Lavoro, a Cervia dialogo a distanza fra il ministro Poletti e Camusso-Landini (Cgil-Fiom)

E’ stato un dialogo a distanza quello fra i la Fiom e il ministro del Lavoro. Per una coincidenza più unica che rara infatti nelle giornate di venerdì e sabato si sono trovati a Cervia contemporaneamente Maurizio Landini, leader dei duri e puri della Fiom Cgil, Susanna Camusso, segretario generale della Cgil (sono entrambi intervenuti al congresso nazionale della Fiom, che si è concluso sabato all’hotel Dante, a Cervia) e il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, ospite dell’assessore alla cultura, Roberta Penso, in un incontro pubblico a Milano Marittima.
Tutti, neanche adirlo, hanno parlato dell’argomento del momento, il Jobs Act. Con toni più critici, i primi, i quali hanno annunciato da Cervia giornate di mobilitazione dei lavoratori, con toni più concilianti il ministro che ha detto <<Credo che il Parlamento farà il suo lavoro e che alla fine il Jobs Act verrà licenziato, magari con alcuni aggiustamenti. Ne sono stati presentati diversi e la commissione stessa al Senato che ha introdotti alcuni interessanti, come la possibilità di donare le proprie ferie a colleghi che ne abbiano bisogno, come avvien già in Francia, per esempio per seguire dei congiunti malati. Una forma di solidarietà inaudita in Italia>>. Glissa il ministro sul rapporto coi sindacati <<nella mia funzione di ministro faccio ciò che devo, incontro le parti sociali, ma non dimentichiamo che molte persone non sono oggi rappresentate da quei sindacati>>.
<<Noi non siamo radicati sull’articolo 18 – spiega Susanna Camusso – siamo invece dialoganti, ma non vediamo da parte del governo in questo momento l’intenzione di ascoltarci. L’articolo 18 è già stato modificato, ma il punto è che oggi si vuole mettere mano ad altre parti dello statuto dei lavoratori, compreso l’articolo 13. La verità è che in questo paese il lavoro viene considerato poco>>. Apertura al dialogo viene anche da Landini, prima alla CGIL, poi al Governo, che conferma <<non vogliamo batterci per batterci, vogliamo invece ribadire una cosa semplice, noi siamo al fianco dei lavoratori. C’è la crisi, bene, allora di mantengano i turni, si lavori meno ore, ma pagate uguale e si investa in nuovi lavoratori. Poi, sugli atipici, p ora di dire che occorre che quei contratti costino di più all’azienda, non di meno. Un imprenditore deve avere convenienza a fare contratti a tempo determinato e indeterminato>>.
Dal centro di Milano Marittima risponde Poletti <<servono meno forme contrattuali, almeno su questo saremo tutti d’accordo. Quando c’è meno lavoro si devono dotare le aziende di soluzioni più snelle. La proposta va in questa direzione>>.
Il dialogo a distanza sembra per ora un dialogo fra sordi. Se l’estate è stata fredda, l’autunno come si diceva un tempo non potrà che essere caldo. (Letizia Magnani)