Crisi edilizia, viaggio tra le imprese con poche luci e molte ombre in attesa di un autunno caldo

Se il viaggio tra le imprese del settore si fermasse alla realtà più importante in provincia, l’edilizia sarebbe florida: la Cmc di Ravenna è in salute grazie al miliardo di euro abbondante di fatturato prodotto principalmente all’estero e quindi con margini molto diversi dal mercato italiano. In luglio ha emesso 300 milioni di euro di bond al 7,5% con scadenza al 2021 che sono state piazzate in breve tempo. «E’ l’unica realtà significativa che non fa cassa integrazione», sottolinea Maurizio Bisignani della Filca Cisl.
La cooperativa Iter di Lugo ha firmato, insieme ai rappresentanti dei lavoratori mercoledì 3 settembre al Ministero del Lavoro, un anno di cassa integrazione straordinaria, dopo che il giudice aveva accettato il 19 agosto scorso il concordato misto. La cassa integrazione guadagni sarà retroattiva e durerà fino al 19 agosto 2015 e interessa tutti i 243 lavoratori. Il mondo della cooperazione sta cercando con le parti sociali il modo per rioccupare il numero maggiore possibile di lavoratori, costituendo una nuova impresa di respiro regionale.
La cooperativa Acmar di Ravenna «soffre complessivamente della crisi di settore, ma ha opportunità derivanti dall’accorpamento del settore ferroviario ottenuto dall’incorporazione della Bonciani - illustra Giancarlo Marchi, segretario generale della Fillea Cgil -. Attualmente sono interessati dai contratti di solidarietà tutti i 450 dipendenti. Questi contratti scadranno a novembre, ma potranno essere rinnovati per un anno. Entro fine settembre ci incontreremo con la proprietà per discuterne. L’obiettivo è arrivare ‘coperti’ all’agosto 2015 quando riparte il quinquennio della cassa integrazione e a quel punto vorrebbe dire che ci saranno disponibili altri tre anni di cassa fino al 2020».
La crisi ha mietuto già una vittima eccellente. La Bentini di Faenza è fallita a causa dei progetti milionari bloccati a Reggio Calabria e in Nord Africa dopo la primavera araba. Quando sarà completata la cessione di ramo d’azienda rimarranno 20 dipendenti delle 120 maestranze iniziali. «Sono quasi tutti impiegati che stanno facendo comunque fatica a ricollocarsi - spiega Bisignani -. Provocatoriamente sembra quasi che, se vogliono rimanere nel settore, siano costretti ad andare all’estero».
La cooperativa Acc di Cervia è uscita dal concordato in continuità e conta circa 60 dipendenti.
Facendosi accompagnare nel viaggio tra le imprese, hanno i contratti di solidarietà realtà storiche con meno di 15 dipendenti come la cooperativa di abitazione Casacooptre, il consorzio Ciro Menotti di Ravenna e la Gamma Castelli di Fornace Zarattini.
Situazione più complessa alla Rafal di Piangipane del Gruppo Trombini, dove sono rimasti circa 80 dipendenti. La cassa integrazione scade il 22 gennaio 2015. Se per quel momento non verrà trovato un compratore scatteranno liquidazione e licenziamenti. «Il tempo stringe, ora dobbiamo passare dagli annunci ai nomi - conclude Marchi -. Devono saltare fuori i compratori della multinazionale libanese, del gruppo tedesco e gli altri che sono interessati. Noi non abbiamo preclusioni sul possibile spezzatino delle varie realtà, ma i tempi stringono. La prima settimana di ottobre ci incontreremo al Ministero dello Sviluppo economico e lì probabilmente si capirà quale sarà il futuro dell’impresa».
Christian Fossi
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