ECONOMIA | La Sirea di Barbiano verso il concordato. Cassa per cessazione per 40 lavoratori

Ravenna | 09 Febbraio 2013 Cronaca
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La crisi dell'edilizia mette in difficoltà un'impresa che, fino a 5 anni fa, era considerata insospettabile come la Sirea di Barbiano che produce una vasta gamma di tubi per le costruzioni industriali e civili.



Nel 2009, dopo le prime difficoltà, dai 55 dipendenti furono scorporati i 15 che si occupavano del magazzino che vennero assunti dall'impresa che oggi gestisce per conto della Sirea la logistica in outsourcing dell'impresa barbianese. Ad oggi rimangono in organico ancora 40 lavoratori, che da novembre erano entrati in regime di contratto di solidarietà, adesso bloccato e per lasciare il posto alla funesta cassa integrazione straordinaria per cessazione concessa dal Ministero del Lavoro. «Oltre al calo di lavoro, che comunque in questo caso ci sarebbe, l'impresa fatica ad incassare i crediti dai clienti e le banche hanno chiuso le linee di credito - commenta Samuela Meci, sindacalista della Filctem Cgil -: in un momento di necessità gli istituti di credito stanno affossando le imprese. In autunno le banche avevano chiesto di abbassare i costi che ci potevano essere in azienda e siamo ricorsi ai contratti di solidarietà. Poi l'azienda ha dovuto pagare 500mila euro di Iva a fine anno ed è rimasta senza liquidità per acquistare la materia prima. Finora sono saltati due stipendi: dicembre e la 13esima».
Lo stesso titolare, Tullio Bosi, sarà il liquidatore e potrebbe chiedere il concordato preventivo per tentare di salvare l'impresa. «Se ci sarà qualcuno interessato, si percorrerà anche la strada della vendita», analizza Meci.
La Sirea ha visto la luce nel 1960 in un periodo di forte attività delle costruzioni sia di edilizia civile che industriale. Dalla trasformazione delle materie plastiche sono nati i primi prodotti dell'impresa di Barbiano con tubi in Pvc per scarichi nell'edilizia e le piccole fognature, per poi passare a tecniche sempre più diversificate ed evolute, fino ad arrivare a proporre sul mercato italiano un'ampia gamma di prodotti con importanti certificazioni di qualità. Insomma questa crisi, aggravata dalla struttura del sistema economico italiano, rischia seriamente di lasciar per strada un'altra storica impresa locale.
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I dirigenti hanno sbagliato tutto!
Commenta news 19/03/2013 - Paolo
Oggi in questo enorme momento di crisi solo le aziende solide e con basi strutturali ben radicate riescono a sopravvivere, purtroppo questa azienda ha dimostrato di avere i piedi di argilla, un gruppo dirigente "famigliare" totalmente inadeguato, incompetente,impreparato al quale sono mancate anche le minime basi di management e pianificazione. Sono riusciti a far fallire una delle poche aziende che in romagna erano quasi esenti da concorrenza, e per fare questo ci vuole veramente una grande incapacità direttiva. Poi e' facile nascondere le proprie responsabilità dietro alla crisi.
Commenta news 18/02/2013 - Jack Folla
Diamo sempre colpa alla crisi.... una azienda che chiude non perché mancano ordini ma per la cattiva gestione e oserei dire x il totale menefreghismo da parte della direzione... tanto a rimetterci sono sempre e i soliti dipendenti!
Commenta news 11/02/2013 - pincopallino
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