ECONOMIA | Bentini di Faenza, il concordato a metà febbraio

E' slittata a metà febbraio (la data precisa è ancora da definire) la presentazione del concordato in continuità al giudice del Tribunale di Ravenna della Bentini di Faenza, impresa fino a pochi anni fa tra i leader di mercato europei del settore. Da quando, a metà ottobre 2012, è stato chiesto di poter utilizzare questo strumento voluto dal Ministro del Lavoro Elsa Fornero, «gli stipendi ai dipendenti sono arrivati sempre regolarmente - spiega Giancarlo Marchi, segretario provinciale della Fillea Cgil -. A questo punto mancano ancora da saldare gli arretrati. Inoltre abbiamo assistito ad un calo assai cospicuo del personale (aziendalmente, non tutto quindi a livello locale, ndr): da 300 a un centinaio di dipendenti».
Di indiscrezioni ne filtrano col contagocce. «Ci devono ancora
presentare il piano di rilancio e il concordato - sottolinea Marchi -.
Speriamo che i creditori lo accettino, in modo tale da poter rimettere
in piedi l'azienda. Però il problema principale rimane: non c'è lavoro
in edilizia, mancano le commesse e il pubblico non investe più».
La
Bentini Spa soffre soprattutto del brusco stop delle commesse e dei
pagamenti delle opere già effettuate in Nord Africa dove, dopo la
primavera araba, non ha più lavorato. Inoltre pesa sul gruppo lo stop ai
lavori voluto dalla Procura di Reggio Calabria sul Palazzo di Giustizia
che, per l'impresa manfreda, significa dieci milioni di euro bloccati
per un tempo indefinito.