BASSA ROMAGNA | Enel, parte la caccia al metano e la terra tremerà
La terra tornerà a tremare. Saranno vibrazioni poco percettibili che non metteranno in pericolo nessuno, ma non passeranno inosservati i tecnici della Geotec che da inizio febbraio si metteranno a percuotere il terreno con grandi macchinari e piccole cariche esplosive alla ricerca del metano nelle profondità della Bassa Romagna per conto della Enel Longanesi developement.
L'area interessata dal monitoraggio, che rientra nel permesso di ricerca «San Marco», si estende per circa 70 chilometri quadrati, tocca i Comuni di Cotignola, Faenza, Lugo, Ravenna e Russi e ha come baricentro Bagnacavallo. Il territorio sotto i nostri piedi è sempre stato ricco di metano ed Enel development, dopo le indagini condotte negli anni scorsi, pensa ce ne possa essere altro ad una profondità compresa tra i 2.500 e i 3.000 metri. Per questo partirà nelle prossime settimane con nuove indagini geofisiche, autorizzate dallo screening regionale e dall'autorizzazione del ministero dello Sviluppo. E per illustrare le grandi manovre, i vertici di Enel Longanesi assieme a quelli di Geotec hanno incontrato i cittadini romagnoli, parecchio preoccupati, nella serata di lunedì 14 a Bagnacavallo nella sala di Palazzo vecchio.
«Non abbiamo stime sulla capacità di eventuali giacimenti - spiega Giuliana Griffi, amministratore delegato di Enel Longanesi - e queste indagini ci consentiranno di ricostruire la conformazione geologica del sottosuolo con immagini tridimensionali. Se troveremo il metano e valuteremo l'intervento economico, allora continueremo la procedura che prevede nuove autorizzazioni prima di impiantare il primo pozzo esplorativo». Una trafila che dura mesi e che solo nel 10% dei casi, spiegano i tecnici dell'azienda, portano alla vera e propria estrazione del prezioso idrocarburo.
L'indagine sismica consiste nel percuotere il terreno in vari punti con enormi «battitori» (Vibroseis) caricati su camion o con piccole cariche di esplosivo interrate qualche metro. Le onde elastiche vengono riflesse dagli stati rocciosi più profondi e tornano in superficie, dove vengono registrate da speciali microfoni (geofoni) collegati tra loro da lunghi cavi. Una operazione che attraverserà centinaia di proprietà private e terminerà in aprile. Sono fatti salvi i centri abitati, i fiumi e le zone di valore naturalistico.
Nelle prossime settimane, i cittadini interessati dal passaggio dei mezzi e dalle percussioni verranno contattati dagli operatori di Geotec per raggiungere un accordo. Molti cittadini sono preoccupati per i danni che potrebbero ripercuotersi sulle abitazioni. «I Vibroseis verranno messi in funzione ad almeno 50 metri di distanza dai manufatti più vicini - assicura il geometra Nicola Virgilio, responsabile di cantere Geotec - mentre le microcariche esplosive verranno fatte brillare ad almeno 150 metri. Una persona in casa percepirà solamente il rumore». C'è chi ha lamentato gravi danni alle case in seguito alle campagne di monitoraggio condotte negli anni passati, «ma dopo l'ultima indagine di questo tipo condotta a Cotignola, Bagnara, Massa Lombarda e Lugo per conto di Aleanna Resources - spiega Stefano Ravaioli, responsabile delle procedure di Via della Bassa Romagna - non sono arrivate richieste di risarcimento agli uffici dell'Unione».