ITINERARI | Nel fresco del giardino Valbonella di Sandro Bassi
Sandro Bassi - Con questi caldi e con questa siccità, vera consolazione è una gita al Giardino Botanico Valbonella, nel fresco dei 750 metri di quota sopra Corniolo, alle porte del Parco Foreste Casentinesi.
Sono due ettari, ma la morfologia molto mossa - valloncelli e ripiani, tutto un piacevolissimo su e giù - lo fa apparire decisamente più grande. E’ stato realizzato nel 1983 dalla Regione e dal Corpo Forestale dello Stato su un preesistente angolo di boschi e prati già incastonati nel verde della Foresta di Corniolo. Una ricostruzione degli habitat rocciosi del territorio - e all’uopo furono prelevati e trasportati qui massi di arenaria, ma anche di serpentino, di calcare del Fumaiolo e di gesso - e soprattutto una valorizzazione delle numerose sorgenti, a creare pozze, laghetti e cascatelle, ha fatto il resto.
Ma andiamo con ordine. L’ingresso è vivacizzato da piante officinali ora in piena fioritura. Rosmarino, santolina, lavande, ruta, melissa, valeriana rossa (forse la più irresistibile attrattiva per farfalle, perlomeno come le lavande), timi, santoregge e maggiorana. Poi un laghetto con ninfee e belle trote fario (quelle autoctone dei fiumi appenninici) ben riconoscibili per il corpo «dorato» e la massiccia testa scura. Naturalmente un sentierino consente di fare il periplo del lago e poi si inoltra più in basso: si può consultare all’ingresso la mappa dei percorsi, chiedere consiglio al gentilissimo volontario che tiene aperto e fa manutenzione, oppure affidarsi al proprio istinto e magari cercare di vedere non tutto ma di tutto un po’. In pratica i percorsi sono tre e con tre diversi ambienti tematici: bosco; zone umide (torrente e laghetti); rupi con arbusteti e piccoli habitat a prato.
Vista la stagione si possono privilegiare i primi due, molto ombreggiati, comunque di norma l’aria è frizzante in tutto il Giardino. Inutile precisare che le specie sono tutte contrassegnate da cartellino con i dati essenziali (nome italiano e latino, inquadramento sistematico, habitat tipico, ecc.) e con differenziazioni cromatiche per le specie autoctone (prevalenti) da quelle esotiche (in cui rientrano ad esempio le conifere da rimboschimento o alcune avventizie introdotte con le colture).
Fate una particolare sosta al laghetto inferiore per vedere le due specie di tritoni - crestato e punteggiato - spontaneamente presenti e che animano lo stagno assieme a libellule e girini. Ai piedi della sottostante cascata, interessante anche da un punto di vista geologico per il pittoresco deposito di travertino, cercate il gambero di fiume. Anch’esso è autoctono e indicatore di acque pulite, fredde e ben ossigenate. In tutto il Giardino, stante la gran varietà biologica con la conseguente abbondanza di bacche e frutti attrattivi per gli uccelli (ciliege selvatiche e marasche, coccole di ginepri e pigne, ma anche ribes, more, uva spina, ecc.) volano ghiandaie, rigogoli, beccafichi. Sui tronchi più grossi è facile vedere il picchio verde e quelli rossi (maggiore e minore) e, se vi appostate, il pigliamosche a caccia sopra lo stagno e codirossi e cince tra le fronde. Per finire, orchidee ovunque (le fioriture sono quasi finite ma quassù c’è ancora Epipactis helleborine, ad esempio) e non trascurate una visita finale al piccolo centro-visite con xiloteca, qualche campione d’erbario e pubblicazioni del Parco Nazionale.
All’esterno fontane, panchine, tavoli e due aree attrezzate, all’ombra, con barbecue.
INFORMAZIONI
Aperto ad ingresso libero sabato e festivi (da agosto anche di venerdì) dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18.
Accesso: da Forlì con la ex statale del Bidente per Meldola e Santa Sofia; circa 8 km dopo quest’ultima, esattamente a Corniolo, si volta a destra attraversando il paese e si prosegue per altri 3 km lungo la strada per Fiumicello.
Ristoranti nei dintorni: a Fiumicello l’omonima trattoria-albergo e, lungo la strada per la Calla, subito prima di Campigna, l’agriturismo «il Poderone».