Damiano Ventura
All’interno della Pinacoteca dell’ospedale di Faenza, martedì 29 novembre è stato presentato alla città il nuovo primario di Chirurgia Generale. Si tratta del dott. Giampaolo Ugolini, professionista riminese che vanta in curriculum la partecipazione ad attività di ricerca negli Usa, a Harvard e all’Università di Providence, oltre ad esperienze professionali tra New York, Londra e il Canada. «Il dott. Ugolini coniuga tre qualità che ritengo particolarmente importanti - ha evidenziato Stefano Busetti, direttore dei presidi ospedalieri dell’Ausl Romagna -. Mi riferisco a competenza tecnica, esperienza internazionale ben consolidata e, in virtù del suo ruolo di Professore Associato in campo universitario, la capacità di trasferire un’attitudine alla ricerca, all’insegnamento e agli spunti innovativi a un gruppo professionale di infermieri, chirurghi e colleghi di altre discipline operanti nel nostro ospedale, che svolge attività assistenziale».
Il nuovo primario, per oltre quindici anni in servizio al S.Orsola di Bologna, ha iniziato la propria attività a Faenza il lo scorso primo settembre, riscontrando il buon livello della struttura manfreda. Basi solide che gli consentiranno di intraprendere un percorso volto a creare un centro d’eccellenza per la chirurgia colon-rettale per i tumori e le malattie infiammatorie intestinali, con particolare enfasi sull’approccio mini invasivo. «Negli ultimi tempi - dice Ugolini - fortunatamente c’è più interesse per la medicina personalizzata, un futuro che ci è assai vicino. Quello che vorrei enfatizzare nel mio servizio è proprio la personalizzazione delle cure, per dare risposte più adeguate ai pazienti. Devo fare un elogio al personale infermieristico migliore di quello che ho visto in altri paesi; per noi è indispensabile per impostare un percorso che gli americani chiamano Eras, Enhanced recovery after surgery, dedicato al decorso post-operatorio».
L’obiettivo è quello di ridurre drasticamente la degenza e le complicanze dopo l’intervento in chirurgia mini-invasiva, in un percorso post operatorio che sarà – assicurano i medici - «Il più sicuro e veloce possibile».