Baseball: il sogno americano di Ludovico Coveri

Il sogno di Ludovico Coveri inizia a concretizzarsi. Il 19enne di Villanova di Bagnacavallo Ludovico Coveri, dopo aver frequentato nelle ultime due stagioni l’Accademia del baseball italiano di Tirrenia, è stato selezionato dai Philadelphia Phillies, una delle maggiori squadre professionistiche di baseball della Major League Americana, storica franchigia (è stata fondata nel lontano 1883) che ha vinto due volte le World Series e sette titoli della National League.

Già nel giro delle giovanili azzurre da almeno un paio di stagioni, Coveri nel 2015 aveva conquistato il titolo europeo in Repubblica Ceca con la Nazionale Under 18, poi aveva concluso i Mondiali in Giappone al decimo posto, mentre con la Nazionale maggiore ha partecipato alla Premier 12, una sorta di campionato del mondo per nazioni svoltosi in Asia, dove era il più giovane partecipante di tutta la manifestazione.

«Il 2015 è stato ricco di soddisfazione e indimenticabile, anche perché in giugno ero stato convocato dalla Major League Americana per un importante torneo negli Stati Uniti con una selezione dei migliori giocatori europei Under 18 davanti ad oltre cento scout della Major».

E l’anno dopo è arrivata l’ingaggio di Philadelphia…

«In Accademia siamo sempre seguiti dalle squadre della Major League Americana, che è il massimo per il baseball a livello mondiale. Credo di aver avuto parecchia visibilità in questi anni grazie alle tante manifestazioni internazionali cui ho preso parte. Sono state tutte tappe che hanno contribuito a farmi conoscere ed apprezzare».

Quando ti hanno chiamato i Phillies?

«In aprile Philadelphia mi hanno chiamato per convocarmi ad un provino a Santo Domingo che è il luogo dove tante squadre della Major coltivano i loro settori giovanili: evidentemente ho soddisfatto i loro standard, mi hanno poi comunicato l’esito positivo e in giugno ho firmato il mio primo contratto professionistico con cui mi legavo a loro per sette anni».

Addirittura per sette anni?

«Solitamente un giocatore di baseball è definitivamente formato a livello fisico e tecnico sui 23/24 anni, quindi cercano di tutelarsi vincolando i giovani per diversi anni durante i quali il giocatore ha la possibilità di scalare i vari livelli che lo possono portare fino alla prima squadra della Major. Ora mi trovo infatti a Santo Domingo dove attualmente dove mi alleno tutti i giorni cominciando così ad assorbire la mentalità del professionista. Ma qui ci sono tanti altri ragazzi che come me sperano di riuscire un giorno ad arrivare a fare il grande salto».

Deve essere una soddisfazione enorme.

«Immensa, quando ho saputo del loro interessamento e del loro successivo desiderio di mettermi sotto contratto ero al settimo cielo, un sogno che si andava a realizzare. Ho sempre lavorato duro con questo obiettivo in testa. Ora ho questa grande opportunità che spero di riuscire a sfruttare in pieno, sono strafelice e voglio giocarmi al meglio questa grande opportunità».

Ogni quanto torni a casa?

«Sono rientrato in settembre ma poi la Nazionale maggiore mi ha convocato per gli Europei in Olanda dove siamo giunti terzi. Ma poi sono ripartito subito per Santo Domingo».