Caos insegnanti di sostegno, ne arrivano 161 in deroga, famiglie danneggiate

Ravenna | 14 Ottobre 2016 Cronaca
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Centosessantuno docenti di sostegno in deroga, cioè non abilitati ma nominati per coprire i casi richiesti dalle scuole, sono arrivati il 12 ottobre, con un mese di ritardo rispetto all’avvio dell’anno scolastico. Al momento, dunque, secondo le stime ogni insegnante di sostegno segue in media due alunni. Il dato riguarda bambini e ragazzi delle scuole statali dell’infanzia, primarie, secondarie di primo e secondo grado. Per tamponare la situazione, intanto, il Comune di Ravenna ha messo una pezza – negli istituti di sua competenza - con «80mila ore all’anno», come spiega l’assessore ai Servizi sociali Valentina Morigi. Ore gestite da educatori di cooperativa, che però non sono sostitutivi ma integrativi rispetto al sostegno. Per gli alunni speciali, infatti, non succede praticamente mai che l’intero orario scolastico sia garantito dai docenti di sostegno.
Nei giorni precedenti le ultime assegnazioni si era messa in allarme Marcella D’Angelo, segretaria provinciale della Flc-Cgil: «Durante quest’ultimo mese le varie scuole sono state costrette ad arrabattarsi attingendo a docenti che sono già all’interno della scuola ma impegnati su altre situazioni». Insegnanti che, oltretutto, non sono necessariamente di sostegno: «E così – chiosa la sindacalista – alla fine ci hanno rimesso tutti: gli alunni ‘speciali’ e quelli che, di quegli insegnanti chiamati a fare altro, avrebbero avuto diritto».
La dirigente dell’ex provveditorato Agostina Melucci, però, nonostante i super ritardi, è soddisfatta: «Situazioni a rischio, sul nostro territorio, non ne abbiamo riscontrate. Gli ultimi casi sono rimasti in sospeso, è vero, ma nel frattempo i presidi hanno attinto all’organico di diritto e a quello potenziato per fare fronte alle situazioni più delicati. Bisogna uscire dalla mentalità secondo la quale il sostegno è l’angelo custode di un bambino solo. Intorno a quel bambino c’è un gruppo di lavoro che ha, nei suoi confronti e nei confronti dei compagni, una corresponsabilità. Chiaro che sarebbe stato meglio iniziare l’anno con la questione sostegno a regime. Ma le nomine in deroga riguardano spesso i casi gravi e le scuole solo in un secondo momento, valutandoli, riescono ad avanzare richieste specifiche». Il tema dei docenti di sostegno senza qualifica, però, resta attualissimo, come sottolinea anche Cecilia Dalle Fabbriche, giovanissima docente di sostegno in una primaria a Faenza e autrice del libro «Verso una società inclusiva attraverso la scuola» (Homeless Book): «Le persone con il titolo sono poche e ogni anno si ripresenta lo stesso problema: a diversi alunni vengono assegnati docenti di sostegno che, di fatto, non lo sono. Quella che vivo io è una realtà diversa: io e i colleghi siamo tutti titolati».
Sui ritardi ha preso una posizione netta l’associazione Letizia Onlus che, da dieci anni a questa parte, ogni volta che ricomincia la scuola, si ritrova a registrare le insofferenze e le lamentele delle famiglie: «Insieme a 12 di loro, tutte di Ravenna – spiega il presidente Giovanni Santoro – abbiamo mandato una diffida all’Ufficio scolastico provinciale. Ci sono alunni ancora senza sostegno nonostante l’anno scolastico sia iniziato un mese fa. E altri che, nel giro di così poco, hanno già cambiato tre figure di riferimento». Il che si traduce in conseguenze pesanti: «La perdita della continuità didattica è un danno terribile. Lo è per gli alunni, per i loro genitori. E anche per gli insegnanti che magari avevano investito in formazione su un caso specifico e poi finiscono a seguire un altro ragazzino dall’oggi al domani. Il sostegno, abbiamo purtroppo constatato, non è una priorità. E l’argomento potrebbe allargarsi a dismisura: siamo così convinti che per tutti gli alunni disabili la scuola sia obbligatoria? O servono nuovi modelli di inclusione di cui non vogliamo o possiamo farci carico?». (Silvia Manzani)
 
 
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