Marroni, annata in ritardo, ma qualità e quantità crescenti
La rinascita della castanicoltura sembra essere attiva e concreta. Nella Valle del Senio e nel territorio dell’Alto Mugello, dopo anni di produzione decimata da fattori diversi, cinipide, funghi, muffe e siccità, adesso qualche bagliore di rinascita e rimessa in carreggiata sembra si inizi a vedere.
«Non possiamo dire di essere completamente usciti dal tunnel oscuro in cui da alcuni anni viaggiavamo ma - conferma il presidente dell’associazione dei produttori della valle del Senio, Giuseppe Pifferi - i segnali di controtendenza ci sono. E’ ancora presto per poter fare un bilancio per questa stagione di raccolta ma tutto sommato la situazione è buona».
In questo 2016 a creare qualche problema alla campagna di raccolta sembra non sia stata la famigerata «vespa cinese» bensì la fase di siccità. «Grazie alle campagne di lanci biologici effettuati in tutto il territorio dell’antagonista naturale del cinipide possiamo affermare di aver quasi ristabilito un equilibrio naturale che ci permetterà di riavere raccolti soddisfacenti». Nella media e alta valle del Senio la castanicoltura rappresenta un importate ambito produttivo per le aziende agricole montane. Per quanto riguarda l’associazione presieduta da Pifferi i numeri si attestano su un centinaio di associati con 500 ettari di superficie produttiva. «Oggi siamo indietro con la raccolta per la siccità di fine estate che ha rallentato la crescita dei ricci. Quello che da un primo sondaggio possiamo notare è che di prodotto ce n’è, e in alcuni ambiti anche di buona pezzatura. Per ora il prezzo all’ingrosso ci sta soddisfacendo visto che si parla di 500/600 euro al quintale che diventano, al dettaglio, dagli 8 ai 10 euro al chilogrammo».
Nell’area del Marrone del Mugello, i castagneti utilizzati si estendono per circa 3.300 ettari in dieci comuni e due comunità montane. Tra questi ci sono i territori più meridionali di Palazzuolo sul Senio e Marradi. Stando ai dati storici la produzione può variare a seconda delle annate dai 20.000 ai 30.000 quintali. Volumi che non si registreranno in questo 2016. Al di là dei problemi Emanuele Piani, presidente del consorzio dei produttori del Mugello (oltre 100 soci, circa 600 ettari di produzione Igp che diventano sui 2.000 in totale) non nasconde comunque una soddisfazione generale. «Quest’anno il prodotto è buono e i castagni sono sani. Ce n’è meno rispetto al 2015, circa il 50%, ma è stato più un caso particolare quello avvenuto nel 2015 rispetto a quanto registriamo oggi. Purtroppo - spiega Piani - non abbiamo ancora i numeri esatti in quanto la stagione di raccolta anche da noi si è posticipata, a causa delle situazioni climatiche siccitose avute, di almeno una settimana. Sul prezzo che stiamo ottenendo dal mercato il nostro prodotto varia dai 450 ai 550 euro al quintale per i marroni non certificati Igp fino ad arrivare a 650 euro per quello certificato. Per questo siamo soddisfatti».
Riccardo Isola