Processo Poggiali. le colleghe: "non era insolito trovare fiale di potassio sul carrello"
Ancora i testi della difesa sono stati protagonisti dell'undicesima udienza del processo che vede imputata di omicidio l'infermiera 43enne Daniela Poggiali. Sono state sentite in 9, tra infermiere ed Os e, sostanzialmente hanno tutte ribadito come non fosse insolito trovare fiale di potassio sul carrello per le terapie. "Per avere già pronti i farmaci la mattina e sbrigarsi, ognuna si preparava il carrello a fine turno del giorno precedente e, se le terapie da somministrare ai degenti prevedevano l'uso di potassio, lo si sistemava davanti alla flebo di fisiologica dove, la mattina seguente, lo si diluiva - hanno spiegato le infermiera Sara Giovannardi e Cicchetti Maria Giovanna". Interrogate sul perchè, secondo loro, l'infermiera Rina Savarino ebbe una reazione di sommo stupore che la portò a denunciare la cosa alla caposala, quando trovò due fiale di potassio sul carrello della terapia, la Giovannardi ha risposto "forse perchè, in quel momento non c'era un degente che necessitasse di una terapia con quel farmaco". Ma pare non fosse inusuale trovare le fiale sul carrello quando si montava in servizio. "Mi è capitato di trovarlo - ha spiegato l'infermiera Patrizia Ancarani- perchè magari le colleghe del turno precedente al mio l'avevano utilizzato e l'avevano scordato lì oppure perchè se l'erano preparato poi erano cambiate le terapie, non l'avevano somministrato nè rimesso nell'armadietto". Il potassio, dunque, prima dell'aprile 2014 e dell'istituzione del registro di carico e scarico, non era tenuto sotto chiave e poteva venir trovato sul carrello. "Diverse volte l'ho trovato e l'ho rimesso a posto, se non mi serviva"- ha commentato l'infermiera Orianna Marchi lasciando ad intendere come non ci fosse motivo di allarmarsi vedendolo tra gli altri farmaci sul carrello. Così come il calcio o gli antibiotici che vengono utilizzati di frequente dunque restano sul carrello, capitava che ci fossero più degenti che necessitavano di terapie con il potassio dunque venisse lasciato a disposizione. Per quanto riguarda i furti, le os hanno sottolineato come girasse voce che in Medicina se ne fossero registrati diversi "pertanto più volte ho detto ai parenti di tener d'occhio le borse"- ha spiegato Tiziana Alberti. Nessuna, però, ha detto di aver mai visto personalmente la Poggiali sottrarre qualcosa. "Girava voce che fosse lei a rubare: una volta l'ho vista smontare dal turno ed andare a casa con uno scatolone, ma ignoro cosa vi fosse dentro - ha spiegato Ancarani". Non era, comunque insolito, come ha spiegato l'infermiera Paola Rossi che i pasti che avanzavano dai pazienti venissero portati in cucina e consumati dalle infermiere.
La prossima udienza, in programma il 5 febbraio, vedrà, tra i testi della difesa anche Luigi Conficconi, Fidazato dell'imputata e Cinzia Castellani, l'allora caposala.