Bergonzoni è connesso con l'universo al Masini

Venerdì 15 gennaio alle ore 21 al Teatro Masini Alessandro Bergonzoni porta in scena il monologo Nessi, scritto dallo stesso attore e da lui diretto con Riccardo Rodolfi. Un titolo che è una sorta di invocazione perché come dice l'artista: «è un monologo sui fili spinati e sui fili non più connessi. Uno spettacolo sull’inter nos, più che sull’Internet. La connessione non è twitter. Non cinguettate: volate. Non occupatevi dei 140 caratteri di un tweet, ma dei 140 caratteri dell’uomo: sereno, arrabbiato, addolorato, eccetera».
Uno spettacolo in cui i tradizionali giochi di parole di Bergonzoni sono ridotti all'osso e dove l'attore sottolinea l'importanza di vivere collegati con altre vite, altri orizzonti, altre esperienze, non necessariamente e solamente umane, che ci possono così permettere percorsi oltre l’io finito per espandersi verso un «noi» veramente universale.
Ma sicuramente i Nessi «bergonzoniani» e la loro conseguente messa in scena, ci mostreranno quel personalissimo disvelamento, di fatto la vera cifra stilistica di questo artista, che porta dallo stupore alla rivelazione, molte volte proprio grazie ad una risata.
Di quali connessioni parla?
“Se io mi piego per allacciarmi una scarpa dietro un cassonetto, entro in connessione con un siriano pure lui chinato dietro un cassonetto, solo che lui lo fa per nascondersi da un cecchino. Se ho la faccia tirata, è perché qualcuno dall’altra parte in qualche modo me la sta tirando. Siamo costantemente invocati: dalla Siria, dalla Terra dei Fuochi. Eppure non sentiamo”.
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