La Nott de Bisò «brucia l’anno vecchio» martedì 5 a Faenza

Faenza | 04 Gennaio 2016 Cultura
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Federico Savini
Quest’anno la cifra non è tonda, come l’anno scorso, ma a 51 anni suonati la Nott de Bisò attirerà anche quest’anno migliaia di cittadini, curiosi, rionali sfegatati e appassionati di rievocazioni per la grande festa della notte del 5 gennaio. Il vero capodanno faentino (da notare che il Bisò che brucerà è quello del 2015, l’anno nuovo a Faenza parte il 6 gennaio) è come sempre organizzato dal Comune insieme ai Rioni cittadini, con la collaborazione di Rcb.
Alle 10 apriranno gli stand gastronomici dei cinque Rioni, con cucina tradizionale e bisò (vin brulè fatto con Sangiovese e spezie); a mezzogiorno partirà la musica di Rcb e due ore dopo marionette e laboratori di costruzione di piccole mongolfiere della Zerocento animeranno il pomeriggio per tutti i bambini. Alle 18 partirà la diretta di Rcb e alle 18.30 farà il suo ingresso sul carro trainato dai buio il Niballo, grande fantoccio di Annibale addobbato coi colori del Rione Verde, vincitore dell’ultimo palio, nonché simbolo delle sfortune dell’anno vecchio che saranno date alle fiamme. Alle 21 verranno premiati i vincitori del concorso «Vota il Giardino di Natale preferito», quindi partirà la musica, con il concerto della jazz band Gruppo Sanguigno e alle 22.30 il tributo a Battisti «Innocenti Evasioni».
A mezzanotte meno dieci il tradizionale lancio dei palloncini colorati che introduce il del Niballo a mezzanotte. «Il rituale ricalcherà quello dell’anno scorso, quindi con qualche novità ma tempi ottimizzati – dice Marino Baldani del Gruppo Municipale -. Ci saranno più figuranti e una coreografia storica sotto la loggia, dove il pubblico sarà diviso da degli armigeri con due canapi per consentire al portatore della fiaccola di transitare là sotto. Poi due araldi illustreranno il rituale e verrà appiccato il rogo a Niballo»
E’ a quel punto che, tradizionalmente, i gotti in ceramica vengono riempiti ripetutamente col bisò, e chi li acquisterà potrà farseli riempire nei padiglioni rionali. Ma questa è comunque una notte che conviene vivere da lucidi, non sia mai.
 
I Gotti 2016 «a giardinetto»
Che Bisò sarebbe senza i gotti? Anche quest’anno i rioni faentini e quello comunale si sono mossi per tempo e hanno creato dei gotti nuovi legati indissolubilmente alla Nott de Bisò 2016. Sei bicchieri e una brocca (già esposti nelle sedi rionali) acquistabili la notte del 5 negli stand di piazza del Popolo: il servizio completo costa 110 euro, la brocca 50, il singolo gotto 12 euro.
La decorazione scelta quest’anno dal Comitato Palio, in collaborazione col Mic e il ceramista Luciano Sangiorgi, è quella «a giardinetto», che che risale alla maiolica faentina della seconda metà del Settecento. Tra le tematiche dell’epoca della Fabbrica Ferniani, ispirate agli ornati delle porcellane estremo-orientali, questo motivo era probabilmente detto «alla chinese» o «alla porcellana nuova». Gli elementi peculiari della decorazione sono il vasetto ovoidale con mazzo di fiori, posto tra una cesta colma e un fiore su corto stelo simile al garofano. E rimandano a simili cineserie anche la fascia a graticcio, i tralci fioriti e fogliati. Ad ogni modo il tema a «giardinetto» è particolarmente desueto anche perché ebbe grande fortuna produttiva (ne restano pochi esemplari) anche se, in particolare sulle zuppiere, il motivo è rimasto d’uso comune anche all’inizio dell’Ottocento.
 
Dove cadrà la testa del Niballo?
«In teoria non ci crede nessuno, però ci guardano tutti». L’antifona è sempre la stessa, e Marino Baldini del Gruppo Municipale lo sa bene, anche perché il suo punto d’osservazione sulla «profezia» della Nott de Bisò è privilegiato. Per chi non lo sapesse, circola da sempre la leggenda che la caduta della testa del Niballo battezzerebbe il vincitore del prossimo palio. «E quello che conta – puntualizza Baldani – non è tanto il punto di caduta della testa, che tipicamente cade avanti o indietro, e l’anno scorso sarebbe stato nella zona del Borgo Burbecco, ma la direzione indicata dal puntare quando smette di roteare a terra. E l’anno scorso indicò il verde. C’azzeccò, insomma, e anche se tutti dicono di non crederci io ci faccio caso ogni volta e dico che il più delle volte c’è da fidarsi di quel che “dice” il Niballo».
 
I menù dei rioni
Borgo Durbecco.
Passatelli in brodo gluten free, stufato di fagioli con salsiccia, trippa romagnola, bisò, porchetta, polenta (con capriolo, ragù o salsicce), piadina con condimenti vari (anche variazione per celiaci), bruschetta al prosciutto, pizza fritta.
Rione Giallo. Cappelletti al ragù, pasta e fagioli, bruschette, piadina, salsiccia, porchetta, polenta al ragù e fritta, patate fritte, bisò.
Rione Nero. Arrosticini (specialità rionale), polenta con ragù (anche di funghi e cinghiale), piadina con salsiccia e affettati, bruschetta, patate fritte, bisò e scroccadenti.
Rione Rosso. Cappelletti al ragù, polenta al ragù, pizza fritta e piadina con carne ai ferri e affettati, arrosticini, polpette tradizionali col sugo e crema fritta.
Rione Verde. Zeppole (dolce fritto ripieno di crema con zibibbo e uvetta), zuppa di cereali ispirata a una ricetta medievale, polenta, salsiccia, cinghiale, prosciutto, piadina, patate fritte.
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