Romagna, Credit Agricole investirà ben 1 miliardo

Romagna | 21 Gennaio 2018 Economia
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Il mercato del credito in Romagna aspetta l’effetto Credite Agricole, il gruppo francese che tramite Cariparma ha acquisito Cassa di Cesena e di Rimini. Il nuovo management ha già fatto sapere che in Romagna investirà oltre 1 miliardo in 2 anni. Effeti di questo passaggio ci saranno anche per le Fondazione Cassa del Monte di Faenza e Lugo, che erano legate alla Banca di Romagna, già nell’orbita della Cassa di Cesena.

A fine dicembre 2017 Crédit Agricole Cariparma aveva perfezionato l’acquisto del 95,3% del capitale sociale di Cassa di Risparmio di Cesena, Cassa di Risparmio di Rimini e Cassa di Risparmio di San Miniato dallo schema volontario del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.

Il 9 gennaio scorso invece l'assemblea della Cassa di risparmio di Cesena ha nominato il nuovo consiglio di amministrazione e il nuovo collegio sindacale. Il presidente è Giancarlo Forestieri, vice presidente Roberto Ghisellini ed entrano in cda anche Olivier Guilhamon, Vittorio Ratto, Jean-Philippe Laval, Matteo Bianchi e Roberto Graziani. Lo rende noto un comunicato del gruppo nell'ambito delle assemblee delle casse di risparmio di San Miniato, Rimini e Cesena per rispecchiare la nuova composizione azionaria, con Credit Agricole al 95,3%. Direttore generale a Cesena è Massimo Tripuzzi, mentre il presidente del Collegio sindacale è Luigi Capitani. Nel triennio 2018-2020 previsti nuovi finanziamenti a famiglie e imprese sul territorio per oltre un miliardo e investimenti per il rilancio. A valle dell'operazione di acquisizione di Caricesena, Carim e Carismi, Crédit Agricole Italia supera i 2 milioni di clienti, raggiungendo in Emilia Romagna una quota di mercato di circa il 10,7%.

«Siamo soddisfatti di aver concluso nei tempi previsti un’operazione complessa resa possibile dalla fattiva collaborazione di tutte le istituzioni italiane che hanno partecipato», ha dichiarato Giampiero Maioli, Ceo di Credit Agricole Italia, sottolineando l’impegno del gruppo ad «un nuovo percorso all’insegna dello sviluppo, della solidità e della crescita sostenibile» per le tre casse.

La chiusura dell’operazione segue alla ricapitalizzazione delle tre banche da parte dello schema volontario, che ha permesso alle stesse di raggiungere un Cet1 ratio pro-forma del 10,7%, e alla cessione di 2.740 milioni di crediti deteriorati lordi (sofferenze e inadempienze probabili) attraverso un’operazione di cartolarizzazione con l’Italian Recovery Fund gestito da Quaestio e alla vendita di altri 286 milioni di crediti deteriorati lordi (sofferenze e inadempienze probabili) attraverso un’operazione di cessione diretta. (m.p.)

 

 

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