Ravenna, 5 anni fa l'incendio devastante alla pineta Ramazzotti, il futuro è ancora incerto

Romagna | 22 Luglio 2017 Cronaca
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Silvia Manzani - «Un danno affettivo, un danno turistico». A cinque anni da quel 19 luglio in cui 65 dei 118 ettari della pineta di Lido di Dante sono stati bruciati da un incendio di origine dolosa, il presidente del comitato cittadino Pasquale Minichini è stanco di vedere il cancello d'ingresso alla Ramazzotti ancora chiuso: «A parte per qualche visita guidata, l'accesso è vietato al pubblico. E dopo così tanta attesa, ottimisti che la pineta sarebbe stata riaperta in tre anni come l'ex sindaco Fabrizio Matteucci aveva promesso, siamo a un punto di non ritorno: la parte spontanea è in rigenerazione, alcuni alberi latifoglie sono stati piantumati, ma fare una passeggiata fino al Bevano è impossibile». Secondo il presidente, sarebbe buona cosa delimitare la parte incendiata, concedendo però alle persone di entrare e sanzionando i trasgressori con un'adeguata vigilanza: «Invece si è deciso di penalizzare tutto e tutti. Il paradosso è che la pineta è la principale risorsa di Lido di Dante e ancora viene indicata negli itinerari ciclabili di Adria Bike, che da Ravenna arrivano fino alla Slovenia, quando invece non la si può promuovere. Noi abbiamo bisogno della pineta, lo dico da residente e lo dico perché per i turisti appassionati di natura questa è una perdita grave».
Meno drastici all'agenzia immobiliare Federica Vacanze: «Una parte di turisti, in questi anni, li abbiamo senz'altro persi per colpa della pineta chiusa. Ma i problemi di Lido di Dante vanno ben oltre e partono dall'ingressione marina e dalla poca spiaggia. Il calo di arrivi e presenze, dunque, ha più cause». D'accordo Lidia Beatrice Samilo di Aliante Services: «Proibire di passeggiare per la pineta e, magari, di arrivare al mare, ha senza dubbio in parte influito sul movimento turistico. Ma l'anno scorso, per esempio, abbiamo lavorato molto. Difficile puntare il dito solo sulla chiusura della pineta. Qui non si investe, non aprono nuove attività, i negozi sono pochi e il divertimento giovanile anche. D'altronde è un lido tranquillo e da quando la 'Ramazzotti' è chiusa lo è diventato ancora di più: fino a cinque anni fa ogni giorno vedevamo passare i Vigili del Fuoco perché entrava in azione qualche piromane».
Dai Carabinieri per la biodiversità di Punta Marina che gestiscono l'area - e che fanno parte della Forestale - c'è però disponibilità a valutare, con le cautele del caso, una riapertura della pineta. Dall'ufficio territoriale infatti, spiegano che le condizioni della vegetazione sono ottimali a tal punto che, nell'inverno scorso, sono stati effettuati dei diradamenti dei giovani pini, che erano tropo fitti. Lo stop alla chiusura andrebbe dunque bene se si individuassero dei percorsi che salvaguardino la vegetazione in via di ripresa e anche dei calendari ad hoc per la frequentazione: «In un prima frase - precisano - tornare alle visite diffuse non sarebbe opportuno. Meglio optare per una fruizione regolamentata. In accordo con il Comune di Ravenna e il Parco del Delta del Po, potremmo valutare una riapertura parziale a breve». Anche l’assessore comunale all’Ambiente Gianandrea Baroncini conferma la disponibilità: «Non abbiamo ricevuto richieste formali, ma è anche nel nostro interesse restituire alla comunità un patrimonio prezioso come quello della Pineta. Chiaro, cinque anni fa è successo qualcosa di grave e insolito e la riapertura va comunque decisa nel rispetto di un ecosistema compromesso e che deve ricostituirsi. Speriamo di farcela a breve».
 
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