Processo Cagnoni, la difesa: "l'assassino è entrato dal terrazzo". Ma le impronte delle scarpe e palmari inchiodano Cagnoni

Romagna | 20 Gennaio 2018 Cronaca nera
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La testimonianza più interessante della decima udienza del processo a Matteo Cagnoni, dermatologo ravennate accusato dell'omicidio della moglie Giulia Ballestri, è stata quella del sostituto Commissario Francesco De Paolis, coordinatore del settore operativo del Gabinetto di Polizia scientifica di Bologna. Per oltre 5 ore ha risposto alle domande di accusa e difesa mostrando in aula foto dei diversi sopralluoghi effettuati sia nella via di via Padre Genocchi dove Giulia venne trovata massacrata la notte del 18 settmbre 2016 che della casa di via Giordano Bruno dove la vittima viveva con il marito e nel cui garage è stata trovata una catasta di legno compatibile con il bastone usato per uccidere Giulia. In base alle tracce di sangue trovate, De Paolis ha proposto una ricostruzione dell'aggressione a Giulia, iniziata sul ballatoio dove la donna è stata colpita per la prima volta mentre era seduta su una poltrona. La vittima dev'essere poi stata trascinata lungo lo scalone di legno fino al piano terra, "può aver gattonato, stordita dal colpo che aveva ricevuto o essere caduta e rotolata a terra- ha spiegato De Paolis- ma non essendo state trovate impronte nè sul corrimano nè lungo il muro, ci risulta difficile pensare che possa essere scesa a piedi". L'aggressione è proseguita al piano terra, non è chiaro se Giulia sia stata ancora colpita con il bastone che verrà ritrovato in una stanza al primo piano, o a mani nude, certo è che la scalinata di legno è stata "ripulita". "Abbiamo trovato diverse tracce alonate di sangue e il legno ancora umido nel nostro primo sopralluogo- ha spiegato De Paolis-. Forse al piano terra Giulia ha perso i sensi e l'assassino l'ha trascinata per i piedi nello scantinato, sbattendole la testa sui gradini della scala di granito che porta alle cantine e, alla fine della quale, è stato trovato un importante quantitativo di sangue. Anche questa scala è stata sommariamente pulita, verosimilmente con la tanichetta di acqua distillata trovata in cantina visto che in casa non c'è acqua corrente. Una tanica della stessa marca e lotto è stata trovata nel garage di via Giordano Bruno. Nello scantinato Giulia forse s'è ripresa ed ha provato a scappare, ma è stata afferrata dal suo assassino che l'ha "finita" con colpi di inaudita violenza: prima il suo viso è stato sbattuto contro lo spigolo del muro poi l'assassino l'ha colpita altre volte in testa, come provano gli schizzi di sangue trovati sul muro. De Paolis ha poi illustrato la cinquantina di impronte di due distinte scarpe trovate nella villa disabitata, isolate grazie all'uso di moderne lampade a ultravioletti ed infrarossi e fotografate con un'apposita macchina. Queste impronte  hanno lasciato come una sorta di "timbro" sui pavimenti impolverati. Si tratta di tracce sia di scarpe tipo Hogan del modello indossato da Cagnoni nel video che lo riprende far colazione in pasticceria con la moglie e la cui suola lascia il logo della marca produttrice sia di scarpe con carrarmato, oltre alle impronte del piede destro nudo di Giulia. Le impronte con carrarmato sono riconducibili alle Timberland trovate Firenze nella villa dei Cagnoni: la suola è consumata nel tacco e ha diversi tagli d'usura. Le tracce con carrarmato sono tracce di "polvere su sangue", tracce che deve aver lasciato qualcuno che è tornato sulla scena del delitto. Le tracce di Hogan non si è potuto confrontarle con le calzature di Cagnoni che non sono mai state trovate, ma il modello lo si è desunto dal video della pasticceria ed è compatibile con quello rinvenuto nei pavimenti dlela villa. Le varie impronte sono state isolate sul ballatoio, al pian terreno e nello scantinato, ma non sul terrazzo. La difesa, nel suo lungo controesame ha  puntato il dito proprio verso la porta finestra del terrazzo sostenendo che, nel video del primo sopralluogo effettuato la notte del ritrovamento di Giulia, era aperta. La linea difensiva dell'avvocato Giovanni Trombini insiste sull'intrusione di un estraneo che avrebbe trovato Giulia nella villa e l'avrebbe uccisa. Viene però da chiedersi quale estraneo avrebbe avuto motivo di accanirsi con tanta ferocia su Giulia e, soprattutto, che interesse avrebbe avuto di tornare sulla scena del crimine per "dare una sommaria ripulita". 
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