La Romagna protagonista al Vinitaly a Verona Fiere dal 9 al 12 aprile

La Romagna gioca un ruolo da protagonista al Vinitaly 2017 (9/12 aprile a Verona Fiere), la principale rassegna enologica italiana. Nel Padiglione regionale dedicato alla produzione enologica che accompagna la via Emilia da Piacenza a Rimini, ampia e qualificata è la testimonianza enoica all’ombra del Passatore. 
Dai colossi cooperativi alle piccole aziende a conduzione famigliare i visitatori del Padiglione 1 potranno avere la possibilità di entrare in diretto contatto con alcuni dei principali alfieri in bottiglia di questo territorio. Artigianalità, sostenibilità, qualità, innovazione e identità sono i principali capisaldi della narrazione vinicola che si potranno intercettare tra i banchi assaggio distribuiti nei 4.000 metri quadrati di superficie a disposizione dell’Emilia Romagna. 
Produzioni che spazieranno dai gioviali e a tratti austeri Sangiovese alle più dorate e preziose Albana, passando dagli storici Trebbiano e Pagadebit arrivando fino alla conoscenza di sfumature organolettiche inedite come lo spumeggiante Famoso, l’impenetrabile Bursôn e il croccante Pelagos.

LA SUPER SQUADRA DEI FAENTINI
Il territorio faentino al Vinitaly approda con una decina di cantine. Realtà produttive e aziendali che dalle differenti capacità di offrire prodotti non banali e stereotipati stanno ottenendo grande attenzione da critica e mercato. Ci sarà così l’inossidabile Stefano Ferrucci che a Verona oltre alla sua gamma di vini di pronta e facile beva cala un asso assoluto nella storia dell’enologia romagnola: il Domus Caia. Gli faranno eco l’estro e la simpatia in bottiglia dei faentini Poderi Morini, Trerè e Leone Conti che tra etichette multicromate e vini giocosi, Centesimino e Famoso tra gli altri, non disdegneranno di portare all’attenzione internazionale i propri cavalli di battaglia targati Sangiovese e Albana. Le mineralità e le freschissime sapidità dei «Coralli» saranno invece la punta di forza della cantina Gallegati. Non mancherà la firma vitivinicola di Oriolo dei Fichi rappresentata, assieme ad altri, da alcuni dei più attenti e concreti rappresentanti vinicoli: La Sabbiona e Spinetta. Infine a chiudere questa parentesi differenziata della produzione enologica faentina ci saranno le testimonianze in bottiglia di Cantine Intesa e le sorprendenti interpretazioni tradizional-contemporanee firmate dalla Tenuta Masselina. 

IL RACCONTO DELLA BASSA ROMAGNA
Non da meno sarà la presenza dei protagonisti di «pianura» dell’universo vitivinicolo locale. A Verona, infatti, sarà presente anche la cooperativa lughese di Cevico che porterà alla ribalta oltre ai suoi prodotti storici anche importanti novità in cui la sperimentazione e il coinvolgimento delle nuove generazioni ne rappresentano l’essenza assoluta. Ed ancora le tinte forti, i gusti importanti, le personalità più possenti del fare vino nella Bassa Romagna saranno testimoniate da due firme storiche del territorio: Randi e Tenuta Uccellina.

IL CONFINE, IMOLA E DINTORNI 
E poi c’è la Romagna di confine. Quella terra in cui le influenze più frizzanti e fresche non hanno ancora strappato l’antico radicamento dei vignaioli imolesi verso il Sangiovese e l’Albana. Al Vinitaly ci si potrà avvicinare al quasi centenario know out vinicolo della famiglia Poletti o lasciarsi travolgere dalle inebrianti e particolari interpretazioni dei vini della Fattoria Monticino Rosso, fino ad arrivare alle storiche produzioni collinari delle cantine Tre Monti e Le Siepi. Infine chiude la rosa la storia in bottiglia delle cantine Zuffa e dell’aristocratica Tenuta La Palazzona di Maggio di Ozzano Emilia.

Riccardo Isola