Il Sangiovese è il vitigno più coltivato in Italia e la Romagna docet

Romagna | 10 Febbraio 2018 Le vie del gusto
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Con oltre 53 mila ettari il Sangiovese è il vitigno più diffuso in Italia. Secondo recenti studi (Sangiorgi-Zinzani, Romagna Sangiovese, 2017) la sua origine parrebbe essere posizionata ai confini tra la Romagna e la Toscana, precisamente tra Palazzuolo sul Senio, Marradi e Firenzuola, all’interno dei monasteri appenninici. Il Sangiovese ha inoltre un altro importante record, precisamente quello di essere «ingrediente» fondamentale per un centinaio di denominazioni d’origine in Italia e conta circa 118 cloni (tipi) diversi. Insomma se non è il re dei vitigni poco ci manca visto che appare molto difficile trovarne altri con la stessa importanza e diffusione.
Il Sangiovese è stato il quindicesimo vino a livello nazionale ad ottenere la doc, era il 9 luglio 1967, e con questa dicitura possono uscire sul mercato le tipologie Sangiovese (base), il Novello, il Riserva, il Passito e il Superiore anche con l’aggiunta specifica di riserva. Nella Romagna vinicola, che si estende fino ad Ozzano in provincia di Bologna, esistono 6.700 ettari di vigne coltivate a Sangiovese di cui 1.710 in provincia di Ravenna.
La via Emilia divide il territorio in due grandi aree, quella a sud dominata dalla collina e dagli Appennini e a nord quella pianeggiante. Se in quest’ultima il Sangiovese trova poca rilevanza da un punto di vista qualitativo è in collina che si raggiunge la migliore espressività enoica del vitigno.
Ci sono alcuni areali o zone dove picchi di eccellenza per il Romagna Sangiovese, ovviamente con le sue differenze organolettiche distintive, sono ormai la quotidianità. La voglia di uscire dall’indifferenziato ha così portato il territorio pedecollinare ad essere suddiviso in dodici diverse sottozone, conosciute anche con il termine a dir poco burocratese di «Menzione geografica aggiuntiva» (Mga). Forse troppe, per chi scrive, visto che il Romagna Sangiovese ancora deve fare passi da gigante per poter emergere nel mare magnum della riconoscibilità nazionale e internazionale che portano il più delle volte un senso di spaesamento all’utilizzatore finale che non può certo conoscere le sottili, ma pur presenti ed importanti, differenze tra prodotti e produzioni. Sembra, non a caso, che possibili riduzioni di queste sottozone possano essere prese in esame. Noi ce lo auguriamo. Intanto la situazione è la seguente. In Romagna, da Ovest verso Est, si possono assaggiare vini delle sottozone: Serra, Brisighella, Marzeno, Modigliana, Oriolo, Castrocaro-Terra del Sole, Predappio, Meldola, Bertinoro, Cesena, San Vicinio e Longiano. Inoltre in terra di Romagna esistono anche altre denominazioni che riguardano il Sangiovese. Per la precisione si tratta di quelle relative ai Colli di Faenza, Colli di Imola, Colli della Romagna centrale e Colli di Rimini. Qui, a differenza delle Mga sono possibili blend e assemblaggi più corposi con altri vini. Nelle sottozone invece il limite della presenza in purezza del Sangiovese è sempre del 95%.
Infine il vino prodotto dal Sangiovese si presenta con un bel rosso rubino con riflessi violacei che può tendere al granato per le varietà Riserva. Imprescindibile l’aroma olfattivo che ricorda la viola e quello gustativo che lo vuole tannico, corposo e con finale gradevolmente amarognolo.
 
Nuova uscita per «Sangiovese vino di Romagna»
A tre anni dalla prima pubblicazione il Consorzio vini di Romagna edita il nuovo libro, rivisto, ampliato e ristrutturato, «Sangiovese vino di Romagna». Un testo veloce e di beverina lettura che affronta aspetti storici, ampleografici, culturali e «burocratici» legati alla coltivazione del vitigno a bacca rossa simbolo di questo territorio. Vitigno che nel 2017 ha festeggiato il 50° anniversario del riconoscimento della denominazione di origine controllata. In tutto 160 pagine scritte dal giornalista e storico delle tradizioni locali Beppe Sangiorgi assieme all’enologo faentino Giordano Zinzani che in questa edizione godono dell’introduzione dello storico e docente universitario Massimo Montanari. Suddiviso in due parti, la prima, curata da Sangiorgi, è legata più alla scoperta della storia, della genesi del nome, della diffusione e della narrazione, sempre impeccabile e da bersi tutta di un fiato, dei diversi momenti più o meno esaltanti che ne hanno caratterizzato le vicende del Sangiovese all’ombra del Passatore. La seconda, curata invece da Zinzani, prevede un’analisi più tecnica della vita e della coltivazione del Sangiovese in Romagna con approfondimenti sul terroir, sulla doc e sulle differenze anche burocratico amministrative. Il libro sarà in vendita durante l’evento di «Vini ad arte» al costo di 15 euro.
 
Il 18 e il 19 febbraio c’è «Vini ad arte» al Mic
Domenica 18 e lunedì 19 febbraio il mic di faenza ospiterà la tredicesima edizione di «Vini ad arte». Una kermesse enologica che propone il meglio dell’enologia territoriale. Oltre una quarantine saranno le cantine presenti che permetteranno al pubblico e addetti al settore di poter entrare a contatto di sorso con le proprie tipicità produttive. L’evento organizzato dal Consorzio vini di Romagna e dal Convito di Romagna porteranno alla ribalta le nuove annate del Romagna Sangiovese e dell’Albana. Due simboli dell’enologia romagnola sempre più apprezzati e bevuti in giro per il mondo. Dalle 9 di domenica, con il seminario «Romagna e Toscana: Sangiovesi autentici, non identici» fino alle 19 gli enoamanti potranno degustare nei banchi d’assaggio dei produttori le testimonianze dell’amore e della’artigianalità enoica che questo territorio sa offrire. Lunedì 19 invece la vetrina vinicola sarà aperta, dalle 11 alle 19, agli operatori del settore. Non mancheranno poi isole gastronomiche di qualità che offriranno ai visitatori ristori veloci con grandi prodotti agroalimentari del territorio regionale. Durante il periodo che precede l’iniziativa una cinquantina di ristoratori del comprensorio faentino permetteranno a i loro ospiti di poter ottenere uno sconto di 5 euro sul costo d’ingresso (15 euro) previo acquisto di un vino doc della Romagna. L’elenco dei ristoranti è consultabile su www.consorziovinidiromagna.it.
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