Gelato che passione. La Romagna in cono tra tradizione e sfide gourmet

Che sia nel cono o nella coppetta, il gelato in Romagna è un’istituzione. Dagli anni ’80, quando in riviera spopolavano le mitiche «banana split», gli assurdi «spaghetti gelato», i coloratissimi «uova al tegamino» ai ’90, con l’avvento dell’indecifrabile «gusto al puffo», non poteva esistere una vacanza senza almeno un acquisto di questa rinfrescante golosità. Oggi si vola ancora più in alto con un gelato, ovviamente si sta parlando di quello artigianale, che acquista denotazioni «gourmet» sembra strano ma oggi non è impossibile trovare ice cream, come direbbero gli anglosassoni al gusto di cacio e pepe» o con «capperi e acciughe del Cantabrico» ma anche al vino (da provare quello al Centesimino), agli asparagi bianchi di Sperlonga, ai fiori e alle erbe officinali ed aromatiche (provate a fare un salto a Casola Valsenio alla cremeria in via Roma) e chi più ha fantasia più ne metta. Per non parlare poi dell’approccio vegano e crudista anche nell’arte della gelateria.

Oggi impazzano i gusti vegan e gli abbinamenti all’ortofrutta più disparati. Non si tratta di azzardo ma di una capacità artigianale che punta tutto sull’utilizzo di materie prime di alta qualità, di savoir faire culinario e tanta fantasia. Ed ancora non può mancare in ogni gelateria a bordo spiaggia o nell’entroterra che sia che non abbia un’infinita varietà di abbracci e contaminazioni di gusto gelato tra yogurt, frutta e verdura.

La Romagna del cono e della coppetta non rimane certo a guardare inerme.

Se ne è accorto anche il «Gambero Rosso» che nella sua guida alle «Gelaterie d’Italia 2017» non manca di evidenziarne alcune. Ancora poche a dir la verità, solo due sono quelle menzionate, rispetto ai livelli di alta qualità che si possono trovare dall’alto faentino al riminese, passando per la bassa Romagna, il forlivese e il cesenate. Basti pensare alla presenza ravennate nella finale del «Gelato world tour» del Carpigiani gelato university di Bologna. Due protagonisti provenivano infatti dalla Romagna: Franca Biagi della gelateria «Del ponte di Sant’Alberto» che ha presentato una base di panna e latte con noci e fichi caramellati e Devis Leone Taormina del «K2» di Lugo che ha presentato la sua crema al bergamotto con crumble agli agrumi e salsa al bergamotto. 

Un’istituzione golosa, tra atmosfere d’antan e alta artigianalità della gelateria, è sicuramente «L’Ottocento» di Milano Marittima (via Gramsci). Ai confini tra Romagna ed Emilia, a pochi passi dal centro storico, all’incrocio tra via Appia e via Cavour, c’è «Emilia Cremeria» un nome che rispecchia la perfetta e sapiente capacità di creare opere d’arte. Nel centro storico di Faenza «Puro & bio» è sicuramente una tappa da non perdere. Materie prime selezionatissime e gusti particolari non deluderanno i cultori del mangiar freddo.

Per quanto riguarda le segnalazioni della guida nazionale del Gambero degni di nota sono: Gelaterie Leoni (Cesena, via F.lli Bandiera e via Savio) che stupisce per le sue creme con ingredienti a chilometro zero e la gelateria «Bianco» di Ravenna (via Maggiore) che ha colpito oltre alle creme classiche anche per le elaborazioni creative fatte con accostamenti invitanti.