Faenza, una realtà vitivinicola che fa il pieno di premi, anche Oltreconfine

La Romagna il vino lo fa buono. Da anni è cosa risaputa e condivisa. Lo attesta la critica, che ogni anno aumenta il numero delle eccellenze nelle guide, ma lo attesa soprattutto il mercato che vede sempre più bottiglie nate e prodotte sotto il mitico cappello «del Passatore» finire sulle tavole degli italiani. Il livello del vino made in Romagna si sta alzando. In tutte le sue tipologie. Dal rosso al bianco passando per la bolla, il passito, l’anfora e chi più ne ha più ne metta.

A cercare di fotografare uno stato di salute, per fortuna dinamicamente sempre in miglioramento, c’è anche il concorso dei vini del Tribuno. Una disfida tecnica organizzata e promossa dal Tribunato di Romagna tra le cui varie finalità ha quelle di evidenziare la migliore produzione enologica del territorio facendola conoscere ai consumatori e agli operatori; presentare al pubblico le tipologie dei vini più caratteristici; premiare e stimolare lo sforzo delle aziende vinicole al continuo miglioramento qualitativo dei loro prodotti.

Al concorso di quest’anno hanno partecipato un’ottantina di vini romagnoli tra Docg, Doc e Igt.  Hanno conquistato il «Diploma di gran merito» i vini che hanno raggiunto il punteggio più alto nelle diverse categorie, superiore a 82/100. Per l’area faentino-lughese l’hanno ottenuto il Romagna Sangiovese superiore Doc «Vigna le Case» dell’azienda Ballardini di Brisighella e il Sangiovese superiore doc «I Calanchi» di Agrintesa. Per quanto concerne i premiati con «Diploma di merito», i vini che hanno ottenuto un punteggio non inferiore agli 80/100, questi per la Romagna faentina sono stati il Romagna Sangiovese passito «Romio» e il Romagna Albana secco docg «Romio» di Caviro, il Romagna Albano secco docg «Leggiardo» di Ballardini e il Ravenna uva Longanesi «Burson» di Randi. La prestigiosa «Targa del Tribunato» è invece stata conferita al vino che ha ottenuto il punteggio assoluto più alto, il Romagna Albana passito docg «Piccolo Fiore» 2011 dell’Azienda Assirelli - Cantina da Vittorio di Dozza (Bo), e alle singole aziende che hanno ottenuto i punteggi più alti sommando almeno tre vini in concorso: Zavalloni Stefano di Cesena (FC) e Cantina Forlì Predappio di Forlì (FC). Infine, hanno ricevuto una menzione speciale i vini che hanno raggiunto il massimo punteggio nell’ambito di una serie di categorie come «Il Tribuno che accompagna» che è andato al Sauvignon Rubicone Igt «Colvento» 2015 del Fondo Ca’ Vecja di Imola (Bo) oppure «Il Tribuno che chiude» al Romagna Albana Passito “Piccolo Fiore” 2011.

Altro prestigioso riconoscimento, questa volta per un’azienda faentina, è arrivato pochi giorni fa. Il Sangiovese Riserva Oriolo, dei Poderi Morini, si è piazzato infatti ai vertici della guida «Emilia Romagna da bere e da mangiare» curata dall’associazione sommelier dell’Emilia Romagna ottenendo il titolo di eccellenza.

Parallelamente a questo riconoscimento, sempre ai Poderi Morini, è stata assegnata anche la medaglia d’argento del Concorso mondiale di Bruxelles per il vino Augusto Bursòn 2010. Una doppia premiazione per la realtà vitinivicola all’ombra di Oriolo dei Fichi che dimostra come la qualità sia di casa, anzi di cantina, per Alessandro Morini.