Casola, il 7 e l’8 e il 14 e 15 ottobre tornano i frutti dimenticati

Romagna | 28 Settembre 2017 Appuntamenti
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Due week-end per far conoscere e apprezzare le tradizioni contadine e il loro patrimonio di gusto. Sabato 7 e domenica 8 ottobre, con replica anche nel week-end del 14 e 15, Casola Valsenio presenta la ventisettesima edizione della «Festa dei frutti dimenticati e del marrone». Giuggiole, perde spadone, corniole, nespole, melagrane, corbezzoli, azzeruole, sorbe, per volpine, uva spina ed ancora noci, nocciole e marroni saranno alcune delle varietà di frutti freschi e lavorati che si potranno trovare nel piccolo centro collinare. Realtà che da più di un quarto di secolo sono state riscoperte e valorizzate attraverso una continua ripiantumazione delle piante sia nei giardini delle case che nelle aziende agricole. Gusti particolari, consistenze inusuali e lavorazioni slow hanno permesso ad una biodiversità di ritrovare la seconda giovinezza. Da preziosa scorta di cibo di sussistenza per gli abitanti di queste terre oggi godono di nuova vita grazie ad una cultura che guarda alla sostenibilità e alla presa di coscienza del grande valore che questi frutti spontanei possono ancora avere nella tavola e nell’alimentazione.

A rendere preziosa e a diversificare l’offerta gastronomica legata ai frutti ritrovati ci sono oltre ai banchi delle aziende agricole anche i ristoranti del territorio che per l’occasione preparano piatti e menù a tema. Ma non solo. A Casola sarà possibile degustare anche aperitivi e cocktail ai frutti dimenticati ma anche vini ottenuti dai vitigni autoctoni, frittelle di mele, pizza e polenta fritta, torta di marroni, panini e schiacciate con salsiccia matta, salsiccia, ciccioli, coppa di testa e molto altro ancora. Non mancheranno vetrine ed eventi espositivi dedicati alla scoperta e approfondimento di questi protagonisti della biodiversità collinare così come saranno in programma degustazioni guidate, show cooking e laboratori di pasta.

Come ogni anno per chi vuol provare a mettersi in gioco con le pere volpine, le susine o qualsiasi altro piccolo frutto sono organizzati alcuni concorsi come quello per la miglior marmellata di antichi sapori e per il miglior dolce di marroni. Ed ancora si potrà partecipare alle escursioni nel territorio, visite guidate al Giardino delle erbe e al Cardello e altri eventi culturali, con la presentazione dell’ultimo libro di Cristiano Cavina e il convegno sul marrone e sullo stato della castanicoltura locale, e spettacoli vari.

Per maggiori informazioni: www.proloco-casoalvalsenio.blogspot.it.

Concorso tra i ristoranti del territorio

Questa edizione della Festa dei Frutti Dimenticati e del Marrone di Casola Valsenio si allarga a tutto il territorio di Imola Faenza. La novità è un concorso che coinvolge otto ristoranti con menù a base di frutti dimenticati. Quattro sono del territorio imolese, tre del faentino e uno di Palazzuolo sul Senio. «L’indimenticabile. Frutti dimenticati sulle tavole dei ristoranti» è il nome della disfida. Il tour è partito da Casa Spadoni (Faenza) il 21 settembre, prosegue il 24 con il Ristorante Aquavitae (Riolo Terme) e il 26 settembre con il Ristorante La Grotta (Brisighella). All’Osteria del Vicolo Nuovo (Imola) sarà il 28 settembre, seguita dalla + 39 Accademia già Locanda Solarola (Castel Guelfo) il 29 settembre e dal Ristorante Le Fonti (Castel San Pietro Terme) il 1° ottobre. Il 5 ottobre è il turno della Locanda Senio (Palazzuolo sul Senio), mentre la chiusura è affidata al Ristorante Le Bistrot (Dozza) il 6 ottobre. Nella serata del 5 ottobre alla Tenuta Montecatone, si svolgerà una serata di degustazione fuori concorso. Il ristorante vincitore preparerà il proprio piatto durante il secondo fine settimana della festa.

Solo qui si va in brodo di giuggiole

Tra le peculiarità che si potranno incontrare, assaggiare e acquistare a Casola Valsenio c’è il mitico brodo di giuggiole. Dopo aver acquistato delle giuggiole mature, prive di ammaccature, delle mele cotogne, dell’uva rossa Zibibbo e un limone non trattato bisogna disporre le giuggiole in un cestino per lasciarle appassire per 2 giorni. A questo punto bisogna lavare le giuggiole e denocciolarle per poi metterle in una pentola con l’aggiunta dell’uva e lo zucchero. Ricoperto tutto con acqua bisogna lasciare bollire il tutto per 90 minuti, a fuoco dolce e senza coperchio. Ogni tanto non è scorretta una mescolata con cucchiaio di legno. Passato questo tempo bisogna aggiungere le mele cotogne e mescolate. Quando l’acqua si è asciugata si può aggiungere del vino fino a farlo evaporare. Verso la fine della cottura, quando il brodo sta gelificando si aggiunga una buccia del limone grattugiato. Nel momento in cui il brodo di giuggiole raggiunge una consistenza cremosa è possibile toglietelo dal fuoco. Dopo averlo lasciato intiepidire è necessario passarlo al setaccio. Infine, a temperatura ambiente va travasato in bottiglie sterili per poi essere conservato in un luogo fresco e buio.

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