Bagnacavallo, la potenza identitaria e territoriale del Bursôn

Romagna | 01 Settembre 2017 Le vie del gusto
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Da quasi vent'anni, venne riconosciuto ufficialmente nel 2000, è il simbolo dell'enologia della Bassa Romagna. Precisamente in un'area compresa tra i comuni di Bagnacavallo, Lugo, Russi, Godo, Cotignola e Fusignano. Un territorio sviluppato all'interno dell'abbraccio del torrente Senio e del fiume Lamone. Un testimone antico e unico, quello del vino Bursôn che ha saputo ritagliarsi un suo spazio grazie alla tenacia e alla determinazione di Aldo Longanesi. Non a caso le uve di questo vitigno  prendono il nome dal loro «scopritore moderno». Da questi grappoli neri, fitti, lunghi e ricchi di acini si ricava il Bursôn. Un vino che sa raccontare una storia, che parte da un'intuizione per trasformarsi, oggi, in economia, cultura e gusto.
Tutto nasce negli anni '20 del secolo scorso. Da un roccolo, un appostamento fisso per la caccia, una vite selvatica arrampicata lungo una quercia attrae l'attenzione di Longanesi. Da qui l'avvio della rinascita di questa antica vite con l'inizio della sua coltivazione. Nel corso degli anni sono state effettuate numerose analisi per cercare di comprendere l'origine della pianta. Da queste è emersa l'unicità genetica. Grazie alle particolari caratteristiche del vino, alta gradazione e tannicità esplosiva, l'attenzione generale inizia a convincere i vignaioli a piantare viti di Uva Longanesi. Nel 1999 una quindicina di produttori decidono di fondare il consorzio «Il Bagnacavallo» con lo scopo di promuovere e valorizzare il vino Bursôn grazie all'adozione di un disciplinare specifico. Oggi la produzione prevede due tipologie: il Bursôn etichetta blu, realizzato con uve fresche e di medio invecchiamento che rappresenta il 40% della produzione e il Bursôn etichetta nera (la riserva) realizzato grazie all'appassimento delle uve e affinamento in botti di rovere. Quest'ultima versione, forse la più amata, ha portato il vino ad essere definito come l'Amarone della Romagna. Dalle 780 bottiglie prodotte nel 1997 oggi si è arrivati a 65/70mila con un'estensione vitata che arriva a 40 ettari.
L'analisi sensoriale del Bursôn, fatte salve le inevitabili sfumature differenzianti da prodotto a prodotto, presenta alcune caratteristiche comuni. E' di un rosso profondo, quasi impenetrabile, presenta sfumature che possono variare dal rubino al granato intenso. Come detto prima, presente ed alcolica la sua struttura (14,5°) esplode al naso in un bouquet di profumi che richiamano frutti rossi maturi e di sotto bosco a cui fanno eco sentori di spezie tostate, tabacco e vaniglia. Il Bursôn ha un sorso potente, compatto a volte nervoso, e rotondo. Lunga la persistenza al palato.
Da una quindicina di anni, per far conoscere sempre di più il Bursôn, il Consorzio realizza il prestigioso concorso enologico «A che punto siamo?».

La vendemmia 2017

«A causa del caldo prolungato la vendemmia per l'Uva Longanesi sarà anticipata di una quindicina di giorni rispetto al calendario tradizionale». Questa è la fotografia sulla situazione nella Bassa Romagna di Sergio Ragazzini, enologo ufficiale del Consorzio «Il Bagnacavallo». «Entro una settimana - aggiunge - i produttori inizieranno a raccogliere i grappoli per l'appassimento nelle cassette. Per quanto riguarda lo stato di salute dell'uva possiamo dire che quella che si raccoglierà, il 50% in meno rispetto agli altri anni vista la gelata tardiva che ha colpito il territorio, è ottima. Per questo - conclude - anche il prodotto imbottigliato penso non deluderà le aspettative».

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