Un Passatore tutto «da ridere»

Federico Savini

«Non sono certo un uomo di cinema e sulle prime devo ammettere che l’idea di trarre un film dal mio libro mi aveva lasciato perplesso, proprio sulla fattibilità. Poi ho notato un grande entusiasmo e ho capito di essere circondato da persone capaci, che si occuperanno della parte tecnica. Insomma, credo che potrebbe venirne fuori un film bello e divertente». Sarà magari anche perché quella di Massimiliano Venturini è semplicemente un’ottima trovata. Lo scrittore ravennate, in pista da una decina d’anni con diversi romanzi in libreria e una recente partecipazione all’antologia I clown bianchi (al fianco di Eraldo Baldini, Gianluca Morozzi, Riccardo Gazzaniga, Nevio Galeati, Stefano Mazzesi e altri), in questi giorni è indaffarato con l’elaborazione e le prime riprese di quello che dovrebbe diventare un film tratto dal suo romanzo Per interposta persona – Il ritorno del Passatore. Una bella trovata, dicevamo, che dato che il libro – di ambientazione contemporanea – racconta di ventenne romagnolo di oggi che, disgraziatamente per lui, nasce a Boncellino e si chiama Stefano Pelloni, proprio come il Passatore, del quale si convince di essere una sorta di reincarnazione fino al punto di emularne le gesta brigantesche in un mondo molto cambiato nel frattempo. «Il regista sarà Paolo Mariello, di Rimini – spiega Venturini -, che nasce come musicista e si occuperà anche della colonna sonora. Come autore di cortometraggi ha un certo seguito e dato che ha letto i miei libri l’idea del film è venuta a lui, intrigato dal legame con il Passatore».

Tu farai lo sceneggiatore?

«Sì, è previsto un mio cameo da attore ma più che altro sto trasformando il libro in una sceneggiatura. E’ una cosa nuova per me ma anche per questo è stimolante. Paolo conosce tanti professionisti del cinema, già coinvolti nell’operazione, e sa come muoversi, al punto che mi ha convinto della fattibilità di scena come quella dell’assalto a un traghetto a Porto Corsini e quella della replica del ratto del teatro di Forlimpopoli. Sarà una scena chiave del film, mentre nel libro è appena accennata».

Dove girerete?

«Mi sto occupando anche di quello e cercheremo di battere gli stessi luoghi del libro, quindi Boncellino e Bagnacavallo principalmente, dove il Comune ci ha già accordato i permessi per girare, e siamo in attesa anche per Ravenna e Forlimpopoli».

Un lungometraggio avrà dei costi…

«Certamente, anche se parliamo di cifre contenute e parametrate alle nostre ambizioni, che sono comunque quelle di far circolare i film per lo meno a livello romagnolo e nelle sale d’essai. In ottobre completeremo un trailer con anche le prime scene che abbiamo già girato. Con quello cercheremo finanziamenti istituzionali e sponsor».

Collaboratori?

«Ne abbiamo già trovati molto, grazie soprattutto alle conoscenze del regista, a cominciare dal fratello di Paolo, Massimo Mariello, che è un grande musicista e ha collaborato a lungo con Jovanotti. Anche Franco Costantini ha aderito con un certo entusiasmo, poi Paolo ha coinvolto l’attore professionista Costantino Comito, che sarà l’antagonista del film, e ci saranno probabilmente alcune attrici legate al Teatro delle Albe, proprio per la scena del teatro di Forlimpopoli».

Sarà una commedia?

«In definitiva sì, più precisamente diciamo che è una storia di oggi, ovviamente intrisa di passato epico romagnolo, ma il tutto in una chiave comico-grottesca che speriamo possa essere il più divertente possibile».