Un breaker alla ricerca di nuove strade
Breaker, ma non solo, anzi Denis Guerrini in arte Nasty è pronto ad esplorare nuove strade della danza, dalla contemporanea alle arti circensi. Ha presentato a Ravenna il suo nuovo spettacolo InGoS per Sguardi sulla giovane danza d’autore. In passato la vittoria con la sua crew «Break the fun» alla competizione europea più importante nel 2004, mentre con Kris alias Cristiano Buzzi sono stati protagonisti del promo e della sigla di Yo! MTV Raps! su MTV. Oggi Guerrini ci racconta la sua storia, dalle prime crew alle arti circensi.
Nasty come hai cominciato?
«Nel 1999 a 14 anni e poi nel 2003 ho cominciato a fare crew. Non c’erano corsi a quell’epoca oppure erano molto lontani da casa quindi mi sono dovuto arrangiare. Quando sono entrato nella crew è stata la mia svolta a livello di carriera. Poi ho iniziato a creare spettacoli con altri gruppi».
Quanti siete nella crew?
«Nel 2004 eravamo in 8. E’ una famiglia molto allargata, composta da ragazzi del territorio romagnolo, da Russi a Rimini. Quando sono entrato ero il più giovane, poi alcuni hanno preso strade diverse, a un certo punto eravamo solo in due. Adesso sono io uno dei più vecchi, mentre il più giovane ha 22 anni».
La competizione più importante a cui avete partecipato?
«Abbiamo vinto nel 2004 il Battle of the year per il best crew in Germania. Grazie a questa vittoria siamo stati invitati a Londra nel 2005 al «Beat battle», dove siamo arrivati secondi. Era interessante il formato: solo 8 crew da tutto il mondo, con 8 dj che avevano preparato 8 tracce da 8 minuti».
Cosa è cambiato in 10 anni nel mondo della break?
«Ho cominciato quando stavano finendo le jam, cioè una sorta di party festosi, e poi siamo passati ai contest, vere e proprie competizioni. Oggi stanno ritornando le jam, anche se le competizioni stanno diventando sempre più gare sportive e adesso vince chi non sbaglia. Prima invece vinceva chi si divertiva di più».
Cosa fai oltre a ballare?
«Il contest ora li faccio per il gruppo, dopo 18 anni mi sono un po’ annoiato. La mia carriera si è incentrata sulla street art più in generale, sono grafico e fotografo. Sono riuscito ad aprire una scuola a Fornace Zarattini e poi insegno a Lugo, Mezzano, Castelbolognese e Russi. In Italia per campare di ballo devi insegnare però se insegni ti passa la voglia di ballare. Peccato che ci sia tanta concorrenza e ignoranza, si fa fatica a distinguere tra qualità e meno».
Stai esplorando nuove strade?
«Sono 3 anni che mi sono aperto al contemporaneo e alle arti circensi, faccio tessuti aerei e roue cyr, il cerchio, una sorta di moneta umana. La parte circense la sto coltivando e la porterò avanti, intanto punto sullo spettacolo InGoS, più raffinato. La breaking è molto di competizione, uno contro l’altro, invece InGoS è il bambino che abbiamo dentro. Ogni volta che ci metto le mani diventa sempre meglio. rispetto all’inizio ha preso una piega completamente diversa. Peccato che in Italia il pubblico che segue il mondo della street dance non va a teatro e quello che va a teatro non reputa di livello la break. Mi sono tenuto a metà tra contest e teatro, anche se il rischio è che non piaccia ne all’uno ne all’altro».
Come e quanto ti alleni?
«Insegno tutti i giorni e due giorni a settimana mi alleno con riscaldamento, potenziamento, poi parte tecnica, con verticalismi e rotazioni. Per ultimo la parte ballata. Il breaker è un atleta in definitiva, deve seguire un’alimentazione corretta e fare allenamento. Ho imparato realmente solo dopo 10 anni come prendermi cura del mio corpo. Ai miei allievi insegno un po’ di disciplina per il corpo».
Il sogno nel cassetto?
«È irrealizzabile, avrei voluto andare a lavorare al Cirque du soleil o al Cirque invisibile purtroppo per l’età sono tagliato fuori. Il capannone per insegnare l’ho preso, il Best shore l’ho vinto, mi piacerebbe se dovessi diventare un coreografo e riuscire a fare spettacoli che possano attirare tante persone».