Renzo Righini (Omc): «Guardiamo a un mix energetico, fatti sacrifici per passare la crisi»

Ravenna | 27 Marzo 2017 Economia
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«Al centro di questa edizione di Omc c’è il tema del futuro, ossia il mix energetico di transizione verso un approvvigionamento a basso impatto di combustibili fossili che vada incontro agli accordi di Cop 21 e ai problemi ambientali del nostro pianeta. Avremo presenze molto qualificate con 5 ministri del bacino del Mediterraneo, oltre all’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi. Attendiamo con ansia il nuovo piano energetico nazionale che potrebbe dare immediato impulso a questo settore che sta vivendo anni veramente difficili». Renzo Righini, presidente della società Omc che organizza la manifestazione, illustra così l’appuntamento clou per il settore.
Cosa si aspetta da questa edizione di Omc?
«Abbiamo raggiunto un ottimo numero di espositori, vicino a quello del record del 2015, nonostante la grande incertezza e difficoltà del settore sia davanti agli occhi di tutti. Per quanto riguarda il pubblico, ci possiamo aspettare un numero di presenze simili a quelle dell’ultima edizione. Oltre le relazioni tra imprese, che è uno degli aspetti principali, ci saranno relazioni, conferenze e focus molto interessanti su tematiche di assoluto interesse. Insomma si conferma ancora una volta una manifestazione di primordine a livello mondiale per il settore».
Le difficoltà dell’ultimo biennio sono importanti. Com’è iniziato il 2017?
«Il prezzo petrolio è cresciuto rispetto ai mesi passati, ma non gode ancora di una quotazione tale da prevedere una ripresa repentina degli investimenti nel settore offshore. Dubito che il 2017 possa essere l’anno della svolta, quanto piuttosto di riflessione e di attesa prima che il mercato stabilizzi il valore del petrolio e le oil company facciano progetti per prossimi investimenti. Insomma mi aspetto un anno di transizione, magari un miglioramento per l’ultimo quadrimestre».
Come arrivano le aziende ravennati del settore a questo appuntamento?
«In autunno l’ad di Eni, Claudio Descalzi, ha preso impegni per 600 milioni di investimenti dal 2017, con cifre importanti già dal 2018. Questo genera un clima più favorevole, sensazioni più ottimistiche che vengono rafforzate dall’attesa globale di una crescita del prezzo del petrolio. Il periodo più brutto mi sembra passato; l’anno scorso ci sono state chiusure e cali di personale, soprattutto - anche se non solo - da parte delle grandi società di servizio straniere che mi paiono stabilizzate. Noi abbiamo fatto di tutto per cercare di resistere, abbiamo cercato di tagliare il meno possibile il personale. A prescindere dalle dimensioni raggiunte, quelle ravennati sono società familiari, radicate da tempo nel tessuto socio-economico, con la grande consapevolezza che certe figure professionali non si sostituiscono dall’oggi al domani. Abbiamo fatto tutti i sacrifici possibili sui margini per poter essere presenti sul mercato e far continuare lavoro e personale in attesa di momenti migliori».
Le nostre imprese sono pronte al cambiamento?
«Le imprese locali stanno tutte guardando alle opportunità del mercato energetico. Considerando le competenze che abbiamo, mi pare che in questo momento possano prospettarsi le occasioni migliori nel campo dei wind farm per lo sfruttamento dell’energia eolica con campi a mare. Diciamo che è il campo più attiguo all’offshore di Ravenna e che può trovare il maggiore sviluppo. Un altro importante sviluppo immediato, potrebbe essere il decommissioning piattaforme, per via delle esperienze già presenti nel settore. E’ chiaro che comunque il gas dovrebbe essere considerato, come scritto negli accordi di Cop 21, la fonte ottimale di approvvigionamento energetico per i prossimi anni e noi ce l’abbiamo in casa. Purtroppo non lo utilizziamo per via delle ‘guerre di religione’ sempre presenti nel nostro Paese».

Christian Fossi - Foto Fiorentini
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