Ravenna, un anno fa l'omicidio di Giulia Ballestri

Ravenna | 16 Settembre 2017 Cronaca nera
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E' passato esattamente un anno dal brutale omicidio della 39enne Giulia Ballestri che venne uccisa la mattina del 16 settembre e trovata cadavede nello scantinato della casa disabitata della famiglia del marito, il 18 settembre. E proprio il marito, il 52enne Matteo Cagnoni è l'unico indagato per questo delitto, accusato di averla attirata con l'inganno nella villa e averla massacrata a bastonate perchè non accettava la separazione firmata da qualche giorno. L'uomo, dopo il delitto, andò a prendere i 3 figli a scuola e li portò a Firenze dai suoi genitori dove venne fermato dalla polizia poco dopo la mezzanotte del 18 settembre quando a Ravenna venne trovato il cadavere della moglie. Fu il fratello della Ballestri a far scattare le ricerche delle forze dell'ordine non essendo più riuscito a mettersi in contatto con Giulia. Il processo per Cagnoni si aprirà in Assise il prossimo 10 ottobre. Il 3 luglio scorso la difesa di Cagnoni, l'avvocato Giovanni Trombini, ha presentato le eccezioni di nullità su varie prove dell'accusa chiedendo il non luogo a procedere spiegando come fossero state raccolte violando i diritti che la difesa ha per legge. Si tratta dell'autopsia; l'analisi del contenuto gastrico per la determinazione dell'orario della morte; le intercettazioni telefoniche; e l'analisi della scheggia di legno trovata nei jeans dell'imputato e presumibilmente appartenente all'arma del delitto, un tronco di pino. Non sono state accettate. In sede di udienza preliminare Cagnoni avrebbe potuto scegliere di venire processato in abbreviato, rito che sconta 1/3 di pena in caso di condanna, ma non chiedendolo verrà processato davanti alla corte d'assise, due giudici di professione e sei "popolari", comuni cittadini. L'abbreviato si sarebbe basato esclusivamente su quanto raccolto dall'accusa mentre il rito ordinario prevede che vengano ascoltati anche testimoni oltre, se lo vorrà, all'imputato. Dopo la lettura del dispositivo del gup, la difesa di Cagnoni ha chiesto nuovamente la scarcerazione o i domiciliari con braccialetto elettronico. Il gup gliel'ha negata ed ha sottolineato, nelle sue motivazioni, come solo la custodia in carcere possa evitare il pericolo di fuga, di reiterazione del reato nonchè di inquinamento delle prove.
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