Milena Fico, direttore Tcr: «Entro l’estate nuova gru da 7 milioni, ben 680 metri di banchina dal 2018»

Ravenna | 20 Marzo 2017 Economia
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E’ da 14 anni direttore generale di Terminal Container Ravenna, ma Milena Fico lavora sul porto da quasi 20 anni ed ha uno sguardo sempre attento e concentrato sul nostro scalo. In un anno ancora di perdurante crisi per il settore, Tcr continua ad investire - parliamo di un totale di 26 milioni di euro dal 2013 a oggi - sul terminal sia in termini di macchine che di lavori per restare al passo con le attuali navi.
Nonostante gli andamenti non proprio positivi dei container, Fico spiega perché il 2016 non è in realtà andato male: «Abbiamo registrato una diminuzione dei volumi movimentati del 4% in termini di Teus ovvero 203.000 Teus rispetto ai 210.000 del 2015 e del 2% in termini di units rispetto all’anno precedente ovvero 131.000 contro i 133.000 del 2015. Positivo il fatto che i contenitori pieni sono aumentati del 4,6% e più precisamente: l’import è aumentato del 23% mentre l’export è calato del 3,6%. I contenitori vuoti sono calati del 19%».
Come mai si evidenzia un calo per i container vuoti?
«E’ venuta meno una merceologia molto importante che portava alcune migliaia di container: l’anno scorso questo traffico è calato tantissimo. E’ una merce non facile perciò dovevano essere sbarcati tanti container per individuare la quantità necessaria ed efficiente al traffico. Venuto meno nel 2016 questo traffico, è diminuita anche la quantità di container».
Quali sono le merci movimentate principalmente da Tcr?
«Le principali merceologie in export sono state: piastrelle, prodotti chimici, impiantistica/macchinari, ferrosi, prodotti alimentari ed ortofrutticoli, mangimi anche se in forte calo. In import invece prodotti chimici, pvc, zucchero, acciaio/alluminio e ferrosi, prodotti ortofrutticoli, alimentari. All’andamento negativo dei volumi movimentati via nave è corrisposto invece un andamento positivo dei contenitori movimentati via ferrovia: il numero di treni nel 2016 è stato pari a 581 rispetto ai 524 del 2015, con un incremento del 10,8%. Le unità movimentate hanno registrato un aumento dell’11,6%. Da segnalare infine l’incremento del 26,6% delle auto nuove importate dalla Turchia e da Bar in Serbia: 30.225 rispetto ai 23.872 del 2015».
Che problemi crea l’insufficienza dei fondali al traffico del porto?
«Il nostro problema è non poter avere servizi diretti per il Far East. La merce imbarcata a Ravenna dovrebbe poter sbarcare direttamente nel paese finale per ridurre i costi. L’utilizzo di uno o due porti di transhipment rappresenta invece un costo aggiuntivo. Le navi che fanno servizi diretti transoceanici Far East sono molte grandi e capienti e non riescono a navigare nei nostri fondali. Ravenna usa come porti hub per il transhipment Gioia Tauro e Trieste. C’è un servizio eccezionale, puntuale come un orologio che fa Ravenna, Venezia, Trieste da dove poi parte la nave madre».
Gli investimenti fatti negli ultimi anni?
«Gli investimenti sono iniziati nel 2013: nonostante il perdurare della crisi, i nostri azionisti, sia Sapir che Contship, hanno continuato a credere in noi e hanno voluto investire in nuove attrezzature più adeguate alle navi che arrivano oggi. Abbiamo investito 26 milioni di euro negli ultimi anni così da avere due gru revampate, 3 transtainer nuovi consegnati a fine gennaio, due macchine in area di stoccaggio rimesse a nuovo. A metà aprile arriverà la terza gru di banchina del valore di 7 milioni di euro, che sarà operativa da agosto. La gru ci permetterà di lavorare fino a 18 file di container, raggiungere un’ampiezza di 19 metri e un’estensione di 50, con un’altezza di sollevamento sopra banchina di 40 metri e una capacità di 60 tonnellate sotto spreader. Inoltre è stato necessario riasfaltare tutto il basamento in piazzale per poter avere uno stoccaggio perfetto».
Altri lavori?
«Per il 2018 avremo 680 metri di banchina lineari non interrotti da nessun ostacolo grazie alla demolizione del dente per l’attacco delle navi RoRo che si concluderà entro l’anno e ad ulteriori 50 metri a cui ha rinunciato Sapir. Questo ci consentirà di avere attraccate contemporaneamente tre navi della stessa lunghezza».
Ci sono mamelloni nel canale che limitano le vostre attività?
«Purtroppo sì, la cosiddetta spiaggetta di fronte alla banchina, lato stabilimento chimico, dove ci sarebbe da scavare 150-200mila metri cubi. Questo comporta la massima totale attenzione durante la navigazione delle navi che poi vanno nel bacino di evoluzione dove è Sapir. Ogni volta che transita una nave,  per motivi di sicurezza, se stiamo lavorando siamo costretti a fermarci, tirare su il braccio della gru e aspettare che la nave sia transitata prima di riprendere le operazioni».

Elena Nencini
 
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