Il miracolo “popolare” del Socjale

Ravenna | 03 Novembre 2017 Cultura
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Federico Savini

«A 15 anni vedevo tutti i concerti dal loggione, qualche volta li filmavo. Mi ricordo 15 persone per Vinicio Capossela, ma anche le folle per De Gregori e Arbore, e poi i grandi jazzisti italiani. Il Socjale fa davvero parte della mia vita e della mia formazione. Oggi questo incarico mi onora, e forse un po’ mi spaventa anche». E’ emozionato Christian Ravaglioli, il musicista «di casa» a Piangipane – come si definisce lui, ma non credetegli, è uno che si muove a livello nazionale da anni nell’ambito del folk e delle sue contaminazioni -, che da quest’anno è anche direttore artistico del Teatro Socjale, un locale che non è retorico definire un’«istituzione», anche solo ricordando la storia – con la S maiuscola - che lo stabile ha sulle spalle e la bellezza mozzafiato della ristrutturazione «moderna» della struttura.

LE NOVITA’

«Con la 28ª edizione della nostra rassegna, Danilo Morini ha ceduto la direzione a un musicista competente come Christian e io ho assunto la carica di presidente del circolo – dice Antonio Morini, da sempre attivo nel contesto del Socjale e oggi alla guida del circolo di Piangipane -. Questa prima parte di stagione prevede alcune novità importanti, anche se il cartellone mantiene un’evidente continuità con il passato. Ad esempio, per un sabato sera al mese avremo il teatro di prosa, sempre contaminato con la musica ma una novità di rilievo per il Socjale, così come lo saranno le serate, probabilmente del martedì, che introdurremo nel 2018. Rinunciamo al cinema, che è profondamente cambiato con l’avvento del digitale, ma apriamo sempre più il teatro alla produzione di progetto culturali del territorio. Stiamo lavorando per coinvolgere realtà ed artisti locali in produzioni che possano poi sfociare in spettacoli sul nostro palcoscenico. E’ un mondo per tenere viva la struttura e richiamare nuovo pubblico. Abbiamo un centinaio di volontari al lavoro e ogni anno circa 1.500 soci ma rivolgersi ai giovani e un pubblico nuovo e necessario, il teatro lo merita. E poi con il tesseramento c’è un piatto di cappelletti!».

Ed è fra novità e continuità, con uno sguardo lucido sul pubblico di riferimento e le musiche che al Socjale hanno sempre furoreggiato, che si muove Christian Ravaglioli. «Quando Danilo Morini mi ha chiesto di dirigere la stagione la cosa mi ha emozionato e inorgoglito. Danilo ci segue da Roma, ha diretto il Socjale per anni, mandando avanti questa specie di miracolo che è stato fatto a Piangipane e che ha fatto innamorare tante persone, me compreso. Da alcuni anni la struttura ospita la scuola di musica Arte Teatro Socjale, che dirigo, e oggi curo anche la rassegna degli spettacoli. La grande novità di quest’anno – Ravaglioli entra nello specifico – riguarda il teatro di prosa, per la prima volta al Socjale con David Riondino, sabato 25 novembre con Bocca baciata non perde ventura, e gli scafati attori Arrigazzi e Mancioppi in scena sabato 16 dicembre. Lavoro da anni con David, e appena ha visto il teatro se n’è innamorato, mi sta dando anche tanti spunti per la stagione. Sarà poi una via di mezzo fra teatro e musica la data di venerdì 1° dicembre con Moni Ovadia alle prese con Charles Mingus. La stagione musicale verterà sui generi che da sempre trovano casa al Socjale: il jazz, la canzone d’autore, il rock classico e il folk, possibilmente in tutte le sue forme, tanto che nel 2018 avremo anche la Classica Orchestra Afrobeat. Non nascondo che fare cultura è uno degli obiettivi».

LA STAGIONE

Detto della prosa, venerdì 3 novembre il Socjale riparte in quarta con la musica e con una vera leggenda del jazz-rock, il tastierista Brian Auger, maestro dell’hammond che negli anni ha suonato veramente con tutti, da Rod Stewart ai Led Zeppelin, da Tony Williams a John Mayall, ma anche Zucchero, Mango e altri grandi italiani. Sul palco di Piangipane gli Oblivion Express avranno al microfono Alex Ligertwood, già voce dei santana (ingresso 20 euro).

Il 10 novembre tornerà in scena un grande amico del Socjale, Vittorio Bonetti con la sua «Banda» in «Canzoni senza inganni», excursus sul repertorio cantautorale tricolore, e sempre incentrata sulla canzone italiana sarà la serata del 17 novembre, con Giovanni Caccamo, «nuova proposta sanremese» tra le più solide di questi anni, nonché autore di brani di successo per Malika Ayane, Emma Marroneì e Francesca Michielin, che a Piangipane porterà le sue canzoni ma anche alcuni classici pop italiani che lo hanno influenzato.

Il 24 novembre toccherà al jazz, con la Reunion Big Band in un concerto-omaggio al suo fondatore Marco Tamburini, all’insegna del suono delle big band. Così come jazzistica sarà l’insola capatina di Moni Ovadia, il 1° dicembre, protagonista di «Mingus in strings», un omaggio teatrale con tanto di quartetto d’archi in scena, al grande contrabbassista e compositore afroamericano. L’8 dicembre da Forlimpopoli arriverà l’Orchestrona, una vera istituzione della scena folk romagnola ma anche nazionale, seguita il 15 dal ritorno degli Italian Dire Straits, aficionados del Socjale nel loro perenne omaggio alla musica di Mark Knopfler. «Contrariamente ad altri musicisti io sono un sostenitore delle cover band – dice Christian Ravaglioli -, ovviamente di quelle brave. C’è molta professionalità dietro a questo progetto e un’attenzione ai dettagli che secondo me è educativa anche per i giovani musicisti. Nel contempo, sono felice di far suonare a Piangipane un vero tesoro del nostro folk come l’Orchestrona di Forlimpopoli. Alternare proposte di questo genere, attente alla qualità e apprezzate dal pubblico, è il genere di linea “popolare” ma attenta alla cultura che ho in mente».

La prima parte della stagione del Socjale si chiude il 22 dicembre con il veterano pianista jazz americano Johnny O’Neal, discepolo ideale di Art Tatum e Oscar Peterson e capace di destreggiarsi tra raffinatezza e intrattenimento».

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