Il maestro Muti celebra 20 anni di Vie dell’Amicizia

«Più dell’economia, della politica, più dei linguaggi verbali, la musica ha la capacità di comunicare e di toccare le corde più profonde in maniera diretta, senza bisogno di traduzioni. E questo ci porta all’esperienza dei concerti delle “Vie dell’Amicizia”, al cuore della loro stessa ragione d’essere». Con queste parole Riccardo Muti ha sottolineato l’importanza dei vent’anni di «Vie dell’Amicizia»., che vedranno il maestro dirigere artisti italiani e iraniani in un programma interamente dedicato a Verdi, prima a Tehran, il 6 luglio, e poi a Ravenna l’8 luglio (pala de Andre, ore 21). Pellegrinaggi laici che toccano città ferite e riallacciano antichi legami e che hanno portato Muti e compagini orchestrali come quelle del Teatro Alla Scala, Il Maggio Musicale Fiorentino, l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini  a calcare i palchi di  Beirut, Mosca, Erevan e Istanbul, New York, Il Cairo, Damasco, Nairobi. Il doppio concerto arriva a meno di due anni dalla ricostituzione dell’Orchestra Sinfonica e del Coro di Teheran, formazione i cui ottant’anni di storia hanno accompagnato le vicende del Paese e che, per Ravenna Festival, si unirà all’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e a musicisti delle principali fondazioni lirico sinfoniche italiane. L’orchestra di oltre 100 elementi avrà accanto il numeroso coro composto per metà da artisti italiani del Coro del Teatro Municipale di Piacenza e per l’altra metà da artisti iraniani.
Venerdì 7 (replica sabato 8) l’antico porto di Classe (ore 19) ospita Il ciclope, drammaturgia di Filippo Amoroso, ispirata al dramma satiresco di Euripide, ma anche all’Odissea omerica. Lo spettacolo, che vede alla regia il giovane regista messinese Angelo Campolo, avrà come protagonista  Edoardo Siravo nei panni del Ciclope, Giovanni Moschella in quelli di Sileno, altri otto attori e le musiche originali di Marco Betta, eseguite dal violinista Francesco la Bruna. Una riflessione sulla civiltà e la barbarie, in chiave moderna.
Il viaggio proseguirà con il ritorno al Festival dei Chicago Children’s Choir che si esibiranno nella chiesa di S. Giacomo (venerdì 7, ore 21), diretti da Josephine Lee, in un programma da Leonard Bernstein a Justin Timberlake. Infine femminilità e poesia, spiritualità e impegno sociale, assieme a trascinante energia ritmica, sono gli ingredienti del terzo e ultimo concerto in programma a Forlì. La musicista inglese, di origine indiana, Anoushka Shankar presenterà Land of Gold (domenica 9, ore 21, Teatro Fabbri), concerto in cui le note del sitar, ora suadenti e delicate e ora potentemente risonanti, si sposeranno al tema dei profughi e del dramma che vivono quotidianamente nel mondo.
Non manca un altro coro, il Saskatoon Children’s choir, diretto da Phoebe Voigts: il 10 luglio (ore 21.30) a San Vitale e martedì 11 alle 19 all’antico porto di Classe. Sempre martedì 11 al Teatro Alighieri (ore 21) Timothy Brock dirige l’Orchestra giovanile Cherubini nella sonorizzazione della Febbre dell’oro di Charlie Chaplin.