Al Bagno Perla martedì 25 Letizia Magnani persenta il suo ultimo libro "Quella strana idea di Romagna"

Ravenna | 22 Luglio 2017 Appuntamenti
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La rassegna «Perle di libri sulla spiaggia» al bagno Perla, organizzata dal nostro settimanale SettesereQui presenta martedì 25, ore 21, un incontro dedicato all’animo più vero del nostro territorio, il Tribunato di Romagna, e a due dei suoi personaggi più interessanti Alteo Dolcini e il giornalista Max David con l’opera di Letizia Magnani Quella strana idea di Romagna (Minerva, 2017).
Magnani affronta un argomento che la riporta alle radici del cuore con quest’opera: il Tribunato di Romagan che ha festeggiato i 50 anni di vita e nasce con lo scopo di salvaguardare e valorizzare il patrimonio culturale delle tradizioni romagnole e i suoi prodotti tipici. Il libro è arricchito dalle testimonianze, in forma di intervista, di Andrea Emiliani, Walter Della Monica, Giorgio Stupazzoni, Luca Goldoni, Massimiliano David e Andrea Dolcini.
Magnani, Alteo Dolcini e Max David cosa rappresentano per lei?
«Per me rappresentano due grandi padri di questa Romagna, due esempi molto importanti di etica e di rettitudine morale, ma anche due persone che avevano la possibilità, la capacità, la follia di guardare oltre. C’è una visione che occorre nelle cose di entrambi, sono un esempio di questo. David è una delle grandi firme giornalistiche di quegli anni, ma ha sempre la capacità di tornare a casa sua e di essere grande sia nel grande mondo che nel piccolo. Alteo fu il segretario generale nel comune di Faenza, ma è l’uomo che ha inventato molti eventi, l’Ente tutela vini di Romagna, la Nott de’ bisò. Le istituzioni più importanti della nostra terra sono state inventate da lui. Per quello che riguarda David ho sempre pensato che mi avrebbe portato fortuna: è morto nell’anno in cui sono nata. Mi sono ispirata da subito a lui, da quando volevo fare la giornalista, con le dovute proporzioni. Era un fuoriclasse, il mio prossimo libro sarà la sua biografia. L’ho scoperto quando ho cominciato a fare ricerca storica e locale nell’archivio della biblioteca per il libro su Milano Marittima. E da li mi sono innamorata».
Quale fra i personaggi che ha intervistato in questo libro l’ha colpita maggiormente?
«Le due interviste più belle sono state quella a Stupazzoni, un uomo di 92 anni, con una grande lucidità e un’ironia dissacrante. È uno dei padri della cooperazione, è colui che ha inventato il Canale emiliano-romagnolo. Mi ha raccontato tanti aneddoti della storia del Tribunato. L’altro è Luca Goldoni, un grande maestro, ha sempre la capacità di cogliere la notizia, in poche battute. Mi ha raccontato tutto ciò che stavo cercando da due anni. Mi mancava la sintesi, lui me l’ha data»
La sua idea di Romagna?
«Credo che esista un’idea culturale di Romagna che abbia la capacità di superare il folklore, ma contemporaneamente di aggiornare la propria visione donandola al futuro. Da tanti punti di vista siamo la migliore Italia e la migliore Europa. Ma dobbiamo avere l’umiltà, l’intelligenza, la visione di guardare oltre e donarla ai giovanissimi. Il nostro carattere è fatto di una grande generosità, di accoglienza, di solidarietà, dall’altro abbiamo la capacità di avere un atteggiamento etico ferreo».
Entrare a fare parte del Tribunato di Romagna, che emozione è stata?
«Forse una delle cose più emozionanti della mia vita, quando ti vengono date la capparella e le insegne della Romagna, ti assumi quello che ho detto prima, di riucire a dare voce alla Romagna con onestà, rettitudine, intelligenza. Grande l’emozione fisica di indossare la capparella e le insegne che mi legano con il passato e con le radici». (e.nen)
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