Lo spettacolare video in «time lapse» di Paolo Morelli, dedicato alla città

Federico Savini
«La tecnologia c’è, è fondamentale, ma va “assistita”. Bisogna controllare la macchina fotografica per ore, accompagnarla quando si fanno riprese in movimento, assecondare i suoi tempi e poi, a casa, litigare col computer per fargli “digerire” una mole di dati immensa. E’ una fatica, ripagata però dalla soddisfazione di vedere le proprie emozioni riprodotte sullo schermo». Le emozioni ma anche l’amore della propria città. Si chiama infatti I love Faenza il video in time-lapse a cui Paolo Morelli sta lavorando da anni, un work in progress che è stato presentato al pubblico qualche settimana fa al circolo Macrelli ma che continua a svilupparsi giorno dopo giorno.
Il modo più semplice per farsi un’idea del risultato è cercare il promo del video su youtube, assolutamente spettacolare ma ancora poca cosa rispetto al filmato integrale, che per ora è di 11 minuti ed è basato largamente sulla tecnica del time-lapse, un montaggio di fotogrammi scattati ad intervalli di tempo più o meno lunghi, ad altissima risoluzione e con l’effetto di vedere le nuvole muoversi con in un ballo suadente e il traffico guizzare alla velocità della luce. Molte scene mozzafiato di I love Faenza hanno a che fare coi temporali, ripresi in campagna o dai tetti della città.
«Sono un dipendente pubblico e amo la fotografia da quand’ero adolescente – spiega Morelli -. Per anni l’avevo abbandonata, poi mi sono ri-appassionato di fotografia notturna, dove la parte tecnica è molto importante, e da qualche anno frequento corsi con grandi professionisti, come Maurizio Pignotti, con il quale sono stato anche a riprendere l’aurora boreale. C’è davvero qualcosa di avventuroso in questo genere di fotografia, a cominciare dall’accesso ai tetti delle città, per i quali prendo contatti con i proprietari e chi fornisce i permessi. Il campanile di Faenza è il mio punto d’osservazione preferito, come socio degli Amici della Fontana lavoro anche alla sua manutenzione e appostarmi lì per le riprese è molto complicato. Lavoro con macchinari pesanti e ingombranti, come uno slide di un paio di metri che serve per fare riprese in movimento, a intervalli regolari. Possono accadere mille cose durante le riprese, da ostacoli imprevisti alla condensa dell’obiettivo, quindi ogni volta servono ore».
Per I love Faenza, che rimane un lavoro in divenire e nei prossimi mesi verrà nuovamente proiettato in città, sono serviti un buon centinaio di appostamenti, grazie ai quali ogni faentino può oggi vedere letteralmente con nuove luci e nuove angolazioni la sua città: sfilano i monumenti, fontane, rotonde, le bancarelle del mercato, la porta delle Chiavi, gli ex Salesiani, palazzo Laderchi ma anche scorci di Errano, Pieve Cesato e i calanchi, nonché manifestazioni come Musica nelle Aie, il Carnevale di San Lazzaro e la Gran Fondo Cassani. «Ho sempre lo zaino attrezzato – dice Morelli -, quando la luminosità è quella giusta o è in attivo un temporale spettacolare devo farmi trovare pronto. Tra l’altro ho una leggera daltonia, confondo alcune sfumature ma in compenso i mie occhi “hanno accesso” a frequenze di colori che quasi nessuno vede. Questo contribuisce a rendere così emozionanti le immagini. Condividere le mie sensazioni, come quando l’ho fatto in pubblico, è il motivo per cui faccio tutto questo».