IL CASTORO | Art decò al Mic, anni ancora ruggenti

Faenza | 02 Agosto 2017 Blog Settesere
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Jazz, fascino, tango, emancipazione femminile, affinità tematica ed espressiva tra i due sessi, orientalismo, sintesi, ritmo, modernità: questi sono alcuni dei tanti tratti distintivi del gusto che investì gli stili di vita della classe borghese internazionale tra gli anni Venti e Trenta del '900, alla continua ricerca del lusso e della piacevolezza del vivere.

«Ceramiche Déco. Il gusto di un’epoca», a cura di Claudia Casali, in mostra al Museo internazionale delle ceramiche di Faenza dal 18 febbraio al 1° ottobre, concentra la propria attenzione sulla produzione ceramica italiana e internazionale partendo proprio da quella faentina, che in quegli anni fu fondamentale per lo sviluppo e l’affermazione del gusto Déco in Italia. Questo grande successo è frutto del lavoro di figure di spicco quali Domenico Rambelli, Francesco Nonni, Pietro Melandri, Anselmo Bucci, Riccardo Gatti, Giovanni Guerrini ed Ercole Drei, pervasi di fermento creativo grazie alla presenza in città del Mic e della Regia scuola ceramica, attualmente liceo artistico Torricelli-Ballardini, fondati da Gaetano Ballardini rispettivamente nel 1908 e nel 1919.

 Le ceramiche in mostra, realizzate presso la Regia Scuola sotto la direzione artistica e creativa di Rambelli e Bucci, sono affiancate da opere in altri materiali, tra le quali possiamo ammirare i metalli di Guerrini, le xilografie di Nonni, gli arredi di Berdondini e le ceramiche di Melandri con un servizio da tavola inedito.

Marco Tadolini, docente di Laboratorio del design presso il Liceo Torricelli-Ballardini, si è occupato personalmente della consegna al Mic delle opere e delle schede analitiche ad esse correlate, dando così la disponibilità al museo di esporre dodici dei trecento manufatti conservati nel deposito. Il liceo di Faenza ha una vasta collezione di opere di artisti di fama mondiale che hanno studiato nella scuola stessa decenni fa, grazie al progetto di catalogazione attuato da Gaetano Ballardini, che consisteva nella conservazione di una quindicina di pezzi, i più significativi, realizzati durante l’anno. Una tradizione di conservazione che va avanti dal 1925 ad oggi.

La mostra faentina si inserisce nell’ambizioso progetto «Art Déco. Gli anni ruggenti in Italia» dei Musei di San Domenico, promosso dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e fa parte di un circuito espositivo collaterale.
 

Matilda Bellini

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