Faenza, coltiva marijuana nelle serre domestiche costruite in camera da letto
Un insospettabile 48enne faentino aveva allestito in camera da letto una piantagione indoor di canapa indiana, con tanto di impianto di illuminazione e riscaldamento per ottenere un buon “raccolto” fra le mura domestiche. A casa sua si sono però presentati i carabinieri che lo hanno arrestato per “coltivazione e detenzione illecita di stupefacenti”. Al giudice l'uomo ha dichiarato di averlo fatto per avere uno stipendio e sostenersi.L’operazione antidroga si è svolta in pieno centro storico a Faenza nella tarda serata del 30 giugno quando i Carabinieri del Radiomobile hanno bussato alla porta del 48enne, un artigiano attualmente disoccupato che vive da solo. I militari dell’arma stavano pattugliando i vicoli del centro nelle immediate vicinanze della cattedrale, quando hanno avvertito un fortissimo odore di "erba" che poi è risultato provenire da una finestra semiaperta corrispondente all’abitazione del 48enne.Una volta entrati, i carabinieri hanno spiegato il motivo della loro presenza e l’uomo non ha potuto fare altro che assistere incredulo alla successiva perquisizione. Giunti in camera da letto, i militari si sono ritrovati davanti due serre “domestiche” costruite magistralmente con impianto di ventilazione e lampade riscaldanti che stava funzionando a pieno regime, contenti 15 piante adulte di cannabis alte fino a 70 centimetri nonché 28 “talee” sempre di marijuana che il 48enne, dimostrando una non comune perizia, aveva ritagliato dai rami di una pianta “madre” per ottenere nuovi esemplari.In giro per le altre camere i carabinieri hanno sequestrato fertilizzanti, prodotti per la coltivazione e materiale per la pesatura ed il confezionamento nonché 1300 euro in banconote da 50 e da 20. La prova dei cospicui guadagni che l’uomo ricavava dalle vendite della marijuana “fatta in casa” la si è desunta dal ritrovamento di alcuni appunti scritti di suo pugno, contenenti cifre ed abbreviazioni di nominativi cioè una vera e propria “contabilità” dello spaccio con i conti in sospeso dei suoi clienti, riguardo i quali l’uomo non ha voluto rendere nessuna spiegazione nemmeno al giudice.L’uomo che chiesto incredulo ai carabinieri come fosse stato scoperto spiegando che da un paio di anni portava avanti indisturbato la sua attività che gli consentiva di guadagnare dai 1000 ai 1500 euro al mese come un vero e proprio stipendio fisso.L’arresto è stato avallato dal pubblico ministero Vincenzo Antonio Bartolozzi, che ha disposto la direttissima. Il 1 luglio, davanti al giudice Andrea Galanti che ha convalidato l’attività dei carabinieri, l’uomo è stato rimesso in libertà con la condizionale dopo aver patteggiato una pena a cinque mesi e dieci giorni di reclusione ed euro 1200 di multa.