Azione cattolica, Zanotti nuovo presidente, sono 1200 gli aderenti nella diocesi
«Meno meditazione e più azione» è il motto di Pierluigi Zanotti, il 41enne di Sant’Agata sul Santerno eletto venerdì 10 alla guida dell’Azione Cattolica attiva nella diocesi di Faenza e Modigliana.
Zanotti, ingegnere, lavora per promuove il risparmio energetico all’interno delle aziende ed è sposato con Eva, che gli ha dato tre figli. Viene da una «enclave», Sant’Agata sul Santerno, un’isola nel territorio della diocesi di Imola: confini che discendono da un antico retaggio del 1600.
Come è partito il suo impegno all’interno dell’associazione?
«Sono stato ‘folgorato in prima media, quando ho partecipato al primo campo diocesano, quando ho superato i confini del mio paese e sono entrato in contatto con una bella realtà. Il mio impegno come educatore, invece, parte da quando ho compiuto 18 anni».
Qual è il principale obiettivo di Azione cattolica?
«L’obiettivo di Azione cattolica è quello di formare ‘laici cristiani’ e aiutare le persone a vivere ogni giorno il Vangelo. Il primo passo è formare sé stessi per aiutare, in un secondo momenti, i ragazzi a crescere e orientarsi in questo modo, dalla scuola al lavoro».
Cosa vorrebbe portare, di nuovo, all’interno della sua associazione?
«Sono una persona impegnata, con un lavoro e una famiglia, oltre al mio impegno nell’associazione. Sono, come si usa dire, nel ‘pieno delle mie forze’. Per questo vorrei portare Azione cattolica fuori dal porto sicuro della sacrestia, per vivere sempre di più nella società. Servono attività concrete che, come dice Papa Francesco, tocchino tutte le piazze, tutte le periferie».
E’ preoccupato dalla complessità del nuovo incarico?
«Sono stupido dal fatto che tanta gente mi abbia votato e, non posso negarlo, sono preoccupato da questo incarico che mi porterà ad aver cura di circa 1200 persone attive nel perimetro della diocesi. Ma posso contare su un consiglio giovane, con tre ‘under 40’ spinti custodi di tante idee nuove e carichi di voglia di fare».
Qual è, secondo lei, il pericolo più attuale che attraversa la nostra società?
«Sicuramente dobbiamo confrontarci con l’individualismo che caratterizza i nostri tempi. Oggi ognuno di noi tiene i propri problemi per sé, quando sarebbe meglio condividerli, prima ancora di cercare una soluzione. E occorre guardare al futuro con fiducia. Siamo in un momento di profondo cambiamento e non possiamo seguire la rotta indicata da parte di chi ha fatto la storia. Non basta ‘ascoltare’ i giovani, ma occorre rimettere a loro le decisioni». (Samuele Staffa)