Al Mic la prima rassegna completa sul poliedrico Achille Calzi

Faenza | 04 Novembre 2017 Cultura
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Sandro Bassi
E’ certamente l’evento dell’anno per il già attivissimo Mic. Non perché non fossero belle le altre mostre, ad esempio quella sul Dèco, ma per la straordinaria ricerca che sta dietro questa. Achille Calzi (1873 - 1919) è un autore faentino che ha oltrepassato, e di molto, i confini locali: sia per la sorprendente versatilità nei linguaggi (dal classico al liberty fino a singolari «anticipazioni» dèco) e con frequenti contaminazioni, sia per la politecnicità della sua formazione. Calzi è un disegnatore formidabile, ma anche pittore, decoratore, grafico, ceramista, caricaturista, scrittore (sua per metà è l’indimenticabile Faenza nella storia e nell’arte) e soprattutto quel che oggi chiameremmo designer, perché ha progettato di tutto, dai mobili alle lampade fino alle insegne di negozi.
La mostra si basa anzitutto sulla resa di queste peculiarità di Calzi: «Avevamo molto materiale, è vero - conferma la direttrice del Mic Claudia Casali, che assieme ad Ilaria Piazza ha curato l’impresa -. Le fonti sono i nostri depositi, un’importante donazione prevenutaci dalla famiglia, alcuni preziosi prestiti privati e quelli di Pinacoteca e biblioteca. Abbiamo quindi cercato di mostrare la facilità e felicità con cui Calzi è passato da una disciplina all’altra, con riuscitissimi cambiamenti di stile. In mostra ci sono alcuni inediti assoluti ma al di là dei singoli pezzi crediamo sia in toto una grande “riscoperta”, o vera e propria scoperta: a Calzi erano state dedicate rassegne parziali e alcuni suoi pezzi sono nel nostro settore permanente del Novecento, ma una rassegna monografica così non c’era mai stata. L’abbiamo sentito anche come dovere, sia per la donazione ricevuta, sia perché, oltre a Golfieri, lo studioso principale di Calzi è stato senz’altro Gian Carlo Bojani, già direttore del Mic».
L’esposizione si apre con un pezzo di bellezza fulminante: l’insegna del Caffè Orfeo, in piastrelle di ceramica recanti la scritta e, al centro, una raffigurazione del mitico cantore che ammansisce le fiere, in questo caso due leoni, con la sua cetra. E’ il caffè dove sostava Dino Campana, autore dei Canti che da Orfeo prendono nome, perché l’orfismo come atteggiamento, come sensibilità e come fede nella potenza della poesia era davvero ricorrente in quegli anni (l’insegna è del 1906 e il capolavoro campaniano è del 1914); ed è anche giusto notare - lo fa Stefano Drei, massimo studioso faentino di Campana - come le iniziali C ed O nella scritta di Calzi siano graficamente le stesse della prestigiosa, prima edizione marradese presso la Tipografia Ravagli.
Seguono le ceramiche e ci si deve soffermare su due pezzi: un boccale da vino con delicatissime rose, citazione di Baudelaire e scritta certificante come questa sia la prima ceramica di Calzi, datata 1890; un piatto in collaborazione con il padre Giuseppe (Calzi era figlio d’arte e anzi fu già suo nonno, Achille senior, a emergere come pittore) dove Achille è partito da un paesaggio con rovine, incompiuto, integrandolo con una pittura a freddo, ad olio, che rievoca le Vanitas antiche con teschi e oggetti da natura morta crepuscolare.
Calzi era vocato anche alla pittura erotica, lo testimoniano i nudi femminili di una sensualità dolce e ammiccante come la «Bagnante» del 1907, da cui poi fu tratto un pannello delle Fabbriche Riunite di Ceramica per l’Expo Torricelliana del 1908. «Calzi collaborò con numerose realtà industriali e artigianali faentine - spiega Ilaria Piazza - e anche qui sta la sua modernità». La studiosa è autrice della monografia, non un semplice catalogo, che accompagna la mostra e che è il risultato di una ricerca pluriennale «molto complessa - dice Piazza -, perché ha comportato una ricognizione completa delle opere ma anche degli archivi, da quello di Stato a quelli privati, parrocchiali o di biblioteche. Ne è valsa la pena, perché Calzi resta secondo me il maggior esponente del nostro liberty, oltre che un artista a 360 gradi, la cui opera ha toccato vertici di altissima qualità».
 
Da domenica 5 fino al 18 febbraio 2018. Inaugurazione sabato 4 novembre alle 18. Info 0546/697311.
 
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