Agricoltura, è nata Cia Romagna, fusione fra le tre realtà provinciali

Emilia Romagna | 15 Dicembre 2017 Economia
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Firmato nel pomeriggio di giovedì 14 dicembre l’atto costitutivo che sancisce la fusione fra le Cia delle province di Forlì-Cesena, di Ravenna e di Rimini. Le cariche della governance di Cia Romagna come risultano in seguito alla firma dell’atto costitutivo del 14 dicembre sono così articolate: Danilo Misirocchi, già Presidente di Cia Ravenna è il neo Presidente di Cia Romagna; Lorenzo Falcioni, già presidente della Cia di Rimini, è il neo vicepresidente vicario di Cia Romagna; Guglielmo Mazzoni, già Presidente di Cia Forlì-Cesena è il neo vicepresidente di Cia Romagna. Tali resteranno fino al 25 gennaio 2018 giorno in cui si svolgerà la prima Assemblea elettiva di Cia Romagna.
A Misirocchi, Falcioni e Mazzoni abbiamo chiesto:
  1. Nei 40 anni di Cia nasce Cia Romagna. Perché?
  2. Cosa porta del percorso sin qui realizzato nel nuovo inizio?
  3. Il 2017 sta per concludersi. Tenendo presente i 40 anni di Cia e la nascita di Cia Romagna, quale messaggio rivolge agli agricoltori, ai vostri associati, alla squadra di Cia Romagna?
 
DANILO MISIROCCHI
1) «In questi 40 anni la nostra organizzazione ha saputo crescere e a volte anche anticipare alcuni grandi temi che riguardano il nostro settore. Oggi i cambiamenti nel tessuto economico sociale e culturale, il riordino istituzionale che ha fatto scattare meccanismi di area vasta fa sì che anche la rappresentanza si debba riposizionare».
2) «40 anni di storia, valori, esperienze e rapporti politici, professionalità nei servizi e ovviamente patrimonio, quest’ultimo è frutto della buona gestione del passato ma anche del senso di appartenenza degli associati che a volte hanno fatto delle sottoscrizioni per acquistare le sedi. Tutte queste cose materiali ed immateriali delle tre provincie si uniscono, non per fare la somma di tre Cia provinciali ma per costruire una struttura centralizzata che sia in grado di massimizzare i vantaggi dell’aggregazione politica e di rappresentanza». 
3) «La storia insegna che di solito va a vanti chi si adegua ai cambiamenti, le nostre aziende si stanno innovando per vincere le sfide del futuro: noi dobbiamo fare la stessa cosa perché siamo l’espressione delle nostre aziende, quindi dobbiamo costruire una realtà interprovinciale in cui si valorizzano esperienze, competenze e professionalità diverse. Siamo consapevoli che Cia Romagna è un punto di partenza e non di arrivo, è un percorso che si svilupperà con gradualità, con la collaborazione ed il coinvolgimento degli associati e delle persone che vi lavorano: ci sono tutte le condizioni per sviluppare un progetto di grandi potenzialità».
 
LORENZO FALCIONI
1) «Celebriamo i nostri 40 anni e diamo i natali a un soggetto nuovo: è il primo messaggio di unità, necessaria per affermare l’identità di un territorio culturalmente già esistente. Cia Romagna è la scelta consapevole di un’area vasta per fare sinergia tra le aziende agricole e tutti i soggetti istituzionali del territorio Romagna».
2) «Portiamo nel nuovo percorso un obiettivo che non riguarda solo l’elevato standard qualitativo dei servizi alle imprese agricole e alle persone, ma anche, insieme, una maggiore forza sindacale e politica importante perché sui tavoli la frammentazione è quanto di più utile per chi ci governa. L’unico modo per fare massa critica è la possibilità di riconoscersi in una struttura sindacale che possa portare a casa risultati a beneficio di tutti. Auspico che ognuno di noi in Cia Romagna trovi la stessa casa della Cia provinciale in cui è cresciuto, una maggiore possibilità di condividere i problemi e allo stesso tempo una forza maggiore per affrontare e risolvere le questioni. Dobbiamo dare omogeneità ai servizi, dobbiamo essere tempestivi nelle risposte, efficaci ed efficienti per un Sistema Cia virtuoso».
3) «Vorrei rassicurare tutti gli agricoltori, i nostri soci e i dipendenti: il nostro obiettivo è di restare a fianco delle aziende agricole e delle persone ancora per tanti anni. L’unico modo per fare il nostro mestiere e per farlo meglio oggi si chiama Cia Romagna. Alla base i nostri forti valori: libertà, autonomia, possibilità di scegliere agricoltori a capo dell’Associazione, struttura che parte dal territorio e arriva al nazionale e non il contrario; struttura con direttori non imposti ma scelti. Cia mette al centro l’agricoltore ed è guidata da agricoltori che, nell’affrontare le problematiche, hanno sensibilità diverse da chi affronta le medesime questioni ma non fa l’agricoltore».
 
GUGLIELMO MAZZONI
1) «A livello nazionale abbiamo compiuto l’autoriforma, che significa solo agricoltori al governo della nostra Associazione. Nei territori provinciali delle tre Cia l’autoriforma si era affermata da tempo. Ora con Cia Romagna compiamo un ulteriore passo in avanti: rispondiamo al riassetto istituzionale, togliamo duplicazioni, liberiamo risorse, apriamo nuovi versanti. Cia Romagna deve essere puntuale e aggiornata, al passo coi tempi, anzi anticiparli. Vogliamo essere un interlocutore utile alle attività degli agricoltori associati e anche per quelli potenziali».
2) «Nel nuovo percorso portiamo i valori che Cia ha sempre affermato, quelli che ci hanno fatto nascere come Associazione per una società più giusta e più equa, con tutte le nostre battaglie per fare crescere gli agricoltori e l’agricoltura nel loro insieme; per rivendicare diritti per noi importanti come il principio in base al quale il bene terra deve essere posseduto da chi lo lavora. Al centro deve esserci sempre l’impresa agricola e la sua famiglia per rispondere ai loro bisogni».
3) «L’agricoltura è fatta di mille sfaccettature e di tanti distinguo. Il messaggio che mi sento di rivolgere agli agricoltori è quello di fare squadra. L’agricoltura nella nostra regione è già abbastanza organizzata, ma si può fare di più. Ai nostri associati dico che il nuovo livello organizzativo romagnolo è una dimensione che già ognuno di noi sente propria: la Romagna ci appartiene, è dentro di noi. Alla squadra dico che con Cia Romagna si delineano opportunità di crescita professionali per tutti: c’è più spazio per chi ha voglia di correre».
 
 
 
 
 
 
 
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