Pinarella, si chiude oggi il Festival degli aquiloni. Parla l'ideatore

Cervia | 01 Maggio 2017 Cultura
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Elena Nencini
Dal 21 aprile al 1° maggio Cervia diventa la città degli aquiloni grazie al Festival Internazionale dell’Aquilone con 200 aquilonisti da 30 paesi e 5 continenti, a cui si aggiungeranno i 200.000 appassionati di questo sport, tra esibizioni, performances, laboratori e giochi su oltre un chilometro di spiaggia a Pinarella di Cervia.
Claudio Capelli di Artevento è l’ideatore del Festival, che segue come un figlio da 37 anni. 
Capelli, perché il Festival di Cervia è fra i primi dieci al mondo?
«Per fare un festival di aquiloni ci vogliono una spiaggia e un vento, una brezza regolare, senza ostacoli. Cervia è interessante proprio perché ha una spiaggia con una bella profondità, non ci sono ostacoli nelle vicinanze, è fra il mare e la pineta, isolata dai rumori del centro, a cui peraltro il festival è vicinissimo. C’è un atmosfera magica. E poi naturalmente c’è la cucina romagnola e le bevande per festeggiare le antiche amicizia o un nuovo modello di aquilone, che viene sperimentato per la prima volta». 
La particolarità del Festival di Cervia secondo lei?
«E’ considerato il Natale degli aquilonisti: è il momento in cui  tutta la famiglia si riunisce. Anche la città da qualche anno si è accorta che il festival è importante perchè porta il nome di Cervia in tutto il mondo».
Un ospite d’eccezione?
«L’inglese Peter Waldron che negli ‘70 inventò il Prof Waldof box kite, un aquilone leggendario con delle forme vagamente stellari, radiali. Fu il primo a ideare questa forma che poi in molti seguirono. Nei primi anni del festival era l’ospite straordinario, poi scomparve. L’ho ritrovato e gli consegneremo un premio, con tutti gli amici che porteranno gli aquiloni che ha disegnato. Sarà una serata emozionante».
Quali sono le mode di quest’anno in tema di aquiloni?
«Se di mode si vuole parlare ci sono gli aquiloni gonfiabili che non hanno struttura e si gonfiano con il vento. Riproducono il mondo di Disney, sono la gioia dei bambini. Ci sarà Rolf Zimmermann con l’aquilone ufficiale de Il drago invisibile. Sicuramente non sarà invisibile, ma visibilissimo: ha un’apertura alare di 15 metri, solo la testa è almeno 3 metri. Per il resto le mode non sono del nostro festival perchè è molto proiettato verso artisti veri e propri, non appassionati che giocano con gli aquiloni. Sono artisti che usano l’aquilone come fosse il supporto della tela e si sa che gli artisti aborriscono le mode». 
Partecipano dei nuovi paesi quest’anno?
«Abbiamo invitato dei nativi americani, ma sembra che Trump ci stia mettendo i bastoni tra le ruote. Hanno paura di non riuscire a tornare in patria. Io mi auguro che riescano ad arrivare».
Qual è una cosa di cui va particolarmente fiero per questo festival?
«Il fatto che il Festival di Cervia abbia un numero di artiste donne altissimo. Non so perchè, forse è un incastro ideale, ma ci sono donne artiste, pittrici, scultrici mentre le altre manifestazioni di aquiloni sono quasi tutte al maschile. Per questo il titolo della rassegna E’ l’altra metà del cielo, omaggio all’universo creativo femminile». 
Il festival offre anche molti laboratori per i ragazzi.
«I laboratori devono creare gli artisti di domani.  Gli  artisti che partecipano alla manifestazione hanno un’età piuttosto alta, sono ultraottantenni, ultranovantenni. Si pensa all’aquilone come un gioco di bambini, invece ci sono anche  artisti già affermati come Emilio Vedova che si avvicinò agli aquilone nell’ultima parte della sua vita. L’età è pericolosamente alta, rischiamo di perdere gli elementi molto alti, andiamo rincalzando con le giovani generazioni».
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