Il comico Gabriele Cirilli in scena a Cervia

Cervia | 27 Gennaio 2018 Spettacoli
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Elena Nencini
Sabato 27 alle 21 (replica domenica 28 alle 21) arriva al Teatro comunale di Cervia Gabriele Cirilli il comico lanciato da Zelig nel 2007 con #TaleEQualeAMe… Again, regia di Gabriele Guidi. Due ore intense di spettacolo dove il comico abruzzese mette in mostra  tutta la sua vita, attraverso le foto di Istagram. Cirilli racconta e ‘si racconta’ in questa intervista.
Come mai il nome dello spettacolo è «Tale e quale»?
«Hasthag davanti mi raccomando. Ho scimmiottato il titolo dellla trasmissione di Carlo Conti. Uso l’hastag perchè proietto le mie foto private, da qui nascono monologhi, video, show, balletti. Io apro il mio hasthag al pubblico proprio sul palcoscenico, l’unico luogo dove l’attore riesce a essere tale e quale a se stesso. E’ la terza stagione dello spettacolo: molti teatri lo hanno voluto più volte, a Lecce siamo tornati due volte, a Chioggia 3, a Milano 3. La Romagna è nuova. È uno spettacolo che funziona, fa ridere la gente, intrattiene e fa riflettere».
Perchè l’hasthag nel titolo?
«‘Se non hai l’hasthag non sei nessuno’, mi disse così un amichetto dodicenne di mio figlio qualche anno fa. Non esisti se non hai twitter o istagram. È stata dura sentire questa cosa, ma è vera. Quindi è stato mio figlio ad iscrivermi a istagram, dove ci sono tutte le foto della mia vita. Certo, è un mondo fittizio, fatto di like, di visualizzazioni, ma su facebook ho 200mila fan, 50mila su istagram e 40mila twitter. Io preferisco vivere sul palco dove guardo la gente in faccia. Anche se le chat servono non mi piacciono. Non voglio fare il matusa, ma dare il giusto peso alle cose».
Come definirebbe il suo umorismo?
«Mi definisco popolare, perché il mio pubblico è trasversale. Riesco a rivolgermi a più target, c’è il medico, la casalinga, l’operaio, il bambino, la nonna. La mia ironia arriva a tutti».
Come è essere tale e quale a Gabriele Cirilli?
«E’ una parola. In tutto quello che ho fatto c’è un pezzetto di me. Io adoro tutto quello che ho fatto dal cinema serio alla fiction, al teatro, alla televisione».
Ma sapremo allora alla fine dello spettacolo la risposta al tormentone «Chi è Tatiana»?
«Tatiana è stato il tormentone del secolo scorso. È nato prima il personaggio Kruska, guardando la periferia romana, che si ispirava alla donne-uomo delle borgate. Tatiana, l’amica quella grassa, è nata perchè bisognava dare a Kruska delle amicizie. Volevo dire che è impossibile essere perfetti».
Qual è uno dei suo personaggi che ha amato o ama di piu?
«Tutti. Come ho detto prima. Ma sicuramente il più caro è quello che mi ha dato la possibilità di iniziare: l’abruzzese che cerca il successo “ma come ‘azzo porti ‘sti capelli” di Zelig. Ho enfatizzato me stesso quando avevo  i capelli lunghi».
Cosa ha imparato da Gigi Proietti di cui ha frequentato  il Laboratorio di Esercitazioni Sceniche?
« Sono riconoscente a vita, mi ha regalato una vita vera. Ho rubato tutto. Lui non ama che qualcuno gli stia dietro le spalle sul palcoscenico. Invece io avevo il permesso di guardarlo da dietro il sipario e lo spiavo.  I tempi, le pause, le espressioni, tutto gli ho rubato. È un’artista completo...come mi piacerebbe essere a me da grande. Il cammino è ancora molto lungo, vorrei fare un film da protagonista, una trasmissione tutta mia, una fiction e tante altre cose».
Ma fin da piccolo recitava?
«Non è un luogo comune: a 6 anni recitavo, lo raccontavo a mia moglie ieri. Vere e proprie rappresentazioni, cantavo da tenore perchè mia nonna e mio padre erano appassionati di opera. La mia fortuna è stata capire da subito che quello era il mio lavoro. Mio padre era un tenorino, la nonna un soprano. Mentre il nonno materno di cognome faceva Zanni, come l’Arlecchino della commedia dell’arte, che faceva anche lui. Insomma era di famiglia».
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