Lugo, maxi sequestro di finto abbigliamento Made in Italy

Bassa Romagna | 20 Luglio 2017 Cronaca nera
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I Finanzieri del Comando Provinciale di Ravenna hanno portato a termine un’ulteriore operazione a tutela del “Made in Italy”, intervento che segue l'operazione “WONDERLAND”. Nello scorso mese di aprile le Fiamme Gialle avevano individuato un tipico abuso del “Made in Italy”, facendo luce su un vero e proprio raggiro realizzato da una catena di negozi di abbigliamento gestiti da cinesi che vendevano loro prodotti spacciandoli come fossero italiani. Le indagini della Guardia di Finanza erano partite da alcune segnalazioni effettuate al numero di pubblica utilità “117” da cittadini che, dopo aver acquistato presso un esercizio commerciale di Lugo abiti pubblicizzati come realizzati interamente in Italia, si sono successivamente resi conto che si trattava in realtà di capi di produzione cinese, avendo al loro interno un’etichetta con la dicitura “Made in China”. Il “trucco” consisteva proprio nell’apporre sull’abbigliamento e sugli accessori importati dalla Cina un ben visibile cartellino con la scritta, anche in lingua inglese, “FABBRICATO IN ITALIA - QUESTO CAPO È STATO PRODOTTO INTERAMENTE IN ITALIA”, con tanto di immagine dello stivale della nostra penisola a rafforzare nell’acquirente il convincimento che si trattasse proprio di un capo di esclusiva sartoria italiana. I Finanzieri di Lugo hanno presto appurato che il negozio presso il quale venivano illecitamente venduti i falsi “100% Made in Italy” faceva parte di un’ampia catena commerciale gestita da tre cittadini cinesi residenti a Bologna, formata da 14 punti vendita ubicati, oltre che a Lugo, anche nelle centralissime vie dello shopping di Bologna, Genova, Firenze, Treviso, Pisa e Lucca. Per questa ragione nel mese di aprile le Fiamme Gialle ravennati, coordinate dalla Procura della Repubblica di Bologna, hanno perquisito tutti i punti vendita presenti sul territorio nazionale, sequestrando circa 2.500 capi di abbigliamento oltre a 100 mila cartellini attestanti il falso “100% Made in Italy”, molti dei quali ancora conservati nelle loro scatole e pronti per essere applicati alla merce in magazzino.
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