Lugo, addio a Pompeo Graziani, partigiano «senza nostalgia»
Apparteneva a una generazione politica che ora non c’è più, fatta di combattimenti, operai e braccianti divenuti classe dirigente. E’ venuto a mancare domenica 4 marzo, proprio il giorno delle elezioni politiche, il lughese Pompeo Graziani.
Pompeo Graziani era nato il 30 luglio 1927. Partigiano, trascorse un lungo periodo all’estero dopo la vicenda giudiziaria legata all’eccidio della famiglia Manzoni, chiusa con assoluzioni per insufficienza di prove. Altri tempi. Nel 1964 era diventato consigliere comunale a Lugo tra le fila del Partito comunista italiano, carica ricoperta anche alle successive elezioni amministrative del 1970, del 1975 e del 1985. Nel 1980 era invece stato nominato assessore effettivo alla Sanità e Problemi ambiente del Comune di Lugo. Ha ricoperto anche la carica di presidente provinciale dell’Anpi e ha sempre sostenuto i partiti che hanno raccolto l’eredità del Pci, fino al Partito democratico.
«Sono stato fortunato – dice Davide Ranalli, sindaco di Lugo -: tutte le mattine lo incontravo alla sede del Pd di Lugo. Prima la lettura dei giornali, poi il caffè con un biscotto attorno alle 10. E le discussioni sulla politica. Con me non ha mai avuto un atteggiamento paternalistico e pedagogico, ma da lui ho imparato molto. Le sue erano storie avvincenti, ma non guardava al passato con nostalgia. Era capace e intuitivo. Figura centrale della resistenza, amministratore pubblico, con lui si iniziò a parlare del perimetro del nostro comprensorio molti anni prima che nascesse l’Unione. Il suo rigore morale – dice il primo cittadino - era rappresentato plasticamente dalla sua figura, alta e autorevole. Sempre elegante, non mancavano mai cravatta e gilet sotto la giacca. Ironico, a volte caustico e sempre attento alle persone, quando un dirigente politico non godeva della sua stima diceva ‘quello è una sciagura’. Una dichiarazione che, in questi giorni, avrebbe ripetuto spesso». (nella foto: Pompeo Graziani è il primo da sinistra)