La rocambolesca storia di Tina Castelli, prima vincitrice della «Voci Nuove»

Bassa Romagna | 05 Settembre 2017 Cultura
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Michele Minisci*

«Mi chiamo Tina Castelli e sono nata l’11 Marzo 1935 a Voltana, frazione di Lugo, e ho vinto io la prima edizione del Festival Voci Nuove di Castrocaro, nonostante in qualche sito si continui a riportare il nome di Bruna Lelli».

Inizia così la chiacchierata con la vincitrice del Festival «Voci Nuove per la canzone italiana» di Castrocaro Terme, rintracciata roccambolescamente dal vulcanico Mirko Mirri di Cesena, fedele custode di tutti, o quasi, i segreti di questo e altre edizioni del Festival (aggiornamenti sulla pagina facebook «Castrocaro Festivalstory»). Notizie e «segreti» sul festival di Castrocaro che saranno oggetto di un libro che pubblicheremo entro la fine del 2018.

«Mi ha spinto un amico a partecipare al concorso, ma specialmente la mia mamma! - dice Tina -. Io non volevo! Andavo a scuola dal sig. Buscaglioni di Bologna, canticchiavo qua e là ma così, tanto per fare. Cos’ho provato salendo sul palcoscenico di quel mio Castrocaro? L’emozione di salire su un palco l’avevo già provata: a Lugo in una festa di quartiere».

Tina fa una pausa. «Mi devi scusare, mi sento un pochino a disagio – dice -. Mentre stavano organizzando quel primo Festival io cantavo già da tempo, in giro per la provincia ravennate, ma non mi sentivo portata per farne una carriera. E tanto meno portata ad inseguire il successo in questo campo».

Emozionata, insomma, per la chiamata sul palco di Castrocaro? «Ma certo che si! Emozionatissima! Avevo anche un’enorme paura di sbagliare, non credevo molto nelle mie capacità e avevo dubbi sul fatto di sostenere quel tipo di pubblico giudicante. Avevo solo 18 anni e un carattere molto timido. Ero una ragazza sempre piuttosto spaurita».

La incalzo: ma Tina, avendo vinto un concorso canoro importante come quello, non ti sei sentita incoraggiata a proseguire con più convinzione?

«Nooo - ribatte subito lei - non ero, non mi riconoscevo… (fa una lunga pausa) Non mi sentivo “quadrata”: sai bene cosa voglio dire. Alla fine ha vinto I believe di Frankie Laine, che bello che era, cantava da Dio... andava su andava su e ti faceva venire un groppo dentro».

«Mi ricordo invece il mio primo concertino al Pavaglione di Lugo – prosegue Tina -. Il cuore mi balzava in gola, c'era tantissima gente: quella serata non la dimenticherò mai. Su quel gran palco... lì soli io e il pianista... era di Lugo, non ricordo il suo nome, seppi poi dopo che non ebbe molta fortuna».

Ma che premio ti hanno dato per la vittoria a Castrocaro?

«Niente, nemmeno un attestato di partecipazione! Lessi dopo un articolo sul Carlino che mi citava con nome e cognome e basta».

In effetti c’è un articolo del 28 settembre 1957, con la menzione della tua vittoria e del secondo posto di Edera Cecchini di Cesena. Subito dopo sei stata chiamata a Roma per fare un'audizione in Rai…

«Si, ma dovevo avere un maestro che mi accompagnasse al piano e io non l’avevo, non ero stata informata di questo, mi sentivo un pesce fuor d’acqua, tutti quei microfoni, quei fari così potenti puntati addosso... Ho avuto paura e sono scappata via in lacrime. Eh sì, sono scappata, e sai poi cosa ho fatto di lì a poco? La cuoca per Roberto Rossellini: sì, il famoso regista cinematografico».

Davvero?

«Sai, mi vergognavo tanto di tornare al mio paese, e mi dispiaceva terribilmente deludere tutti quelli che mi aspettavano per farmi festa. Così guardavo sui giornali di Roma le offerte di lavoro e un giorno lessi che un certo sig. Rossellini cercava una cuoca. Mi sono subito presentata: allora era sposato con una signora indiana e dopo circa un mese siamo andati in vacanza nella sua villa al mare, a Santa Marinella con i suoi bambini, Isabella e Robertino».

Vuoi dire che hai tenuto in braccio Isabella Rossellini? Hai fatto la sua tata?

«Sì, sono stata un anno col sig. Rossellini, e poi con tutte le persone che giravano in quella casa, come il sig. Melandri di Cesena, dirigente della Rai International che lavorava nella sede Rai di New York. Avevo sentito che cercava una cuoca e mi sono fatta avanti, così in quattro e quattr’otto ho fatto il passaporto e sono partita per l’America. I miei l’hanno saputo che avevo il passaporto in mano: insomma, alla fine sono rimasta in America per 40 anni e si sente vero?».

Rimpianti?

«Nooooo. Sicuramente da parte di mia mamma e mio babbo... erano più che altro loro che ci tenevano tanto».

Tornando a Castrocaro, l’altra canzone che hai cantato, «Rosettera». Come faceva?

«Daiiii, non mi ricordo più le parole - sorride -. Sai poi... ho avuto una specie di ictus. E meno male che non è stato grave… Ma io ti sto facendo perdere il tuo tempo!».

Ma cosa dici Tina, anzi noi, io e il mio amico Mirko Mirri, vorremmo organizzare una bella reunion con alcuni vincitori delle edizioni dei primi anni e ti vorremmo come ospite d'onore!

«Io? No, assolutamente no... Con tutti questi capelli bianchi dove vuoi che vada?»

Dovrai stare in prima fila, con tutti i tuoi amici, in primis Gino Antolini di Lugo, che si classificò secondo nel 1958. Vorremmo darti quella targa ricordo che non ti diedero quando vincesti quella prima edizione. E poi ti facciamo fare un grande applauso.

Tina sembra convinta, e ci lasciamo così, con Tina Castelli di Voltana, frazione di Lugo, vincitrice del primo festival Voci Nuove di Castrocaro Terme, nel lontano 1957, con questa promessa.

*promoter musicale, storico titolare del Naima di Forlì

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