Marco Missiroli è ospite di Scrittura Festival con il suo ultimo romanzo

Ravenna | 22 Maggio 2015 Cultura
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Elena Nencini
Ancora tre giornate intense – da venerdì 22 a domenica 24 maggio - per Scrittura Festival, la manifestazione giunta alla seconda edizione che porta nelle piazze di Ravenna nomi come David Grossman, Carlo Lucarelli o Marco Missiroli. La parola come filo che lega gli incontri con gli scrittori, le lezioni di scrittura creativa e le mostre.  Se l'ospite più atteso è sicuramente lo scrittore israeliano David Grossman, simbolo di una generazione che crede fortemente nella pace (sabato 23, ore 18.30, Palazzo dei Congressi), intervistato da Marino Sinibaldi, direttore di Radio Rai3, anche gli altri nomi in cartellone promettono molte sorprese ed emozioni. Nella stessa serata alle 21, in piazza Unità d'Italia, Francesco Piccolo, vincitore del premio Strega 2014 e sceneggiatore, presenta un reading tratto dal suo Momenti di trascurabile infelicità. Venerdì 22 Carlo Lucarelli precede – alle 18.30 - in piazza dell’Unità d’Italia l’arrivo di Andrea De Carlo (ore 21). A chiudere il festival, domenica 24 alle 21, in piazza dell’Unità d’Italia, il riminese Marco Missiroli, con il suo Atti osceni in luogo privato.Ed è proprio Missiroli a raccontarci  i retroscena di questo libro che ha fatto scandalo, anche se per lui è stato una liberazione.
Il suo ultimo libro è molto diverso dai precedenti come stile. Come mai?
«E' il libro più spontaneo e meno razionale che io abbia mai scritto. Rappresenta il concetto di liberazione,  quando l'ho iniziato non sapevo che l'avrei fatto. Io scrivo tutti i giorni una pagina al giorno, sono molto metodico. Invece quel giorno sono andato al mare alle 8.25, mi sono sdraiato sul lettino, e alle 8.45 ero di ritorno. Avevo avuto una specie di epifania sulla storia, volevo scrivere di carne sentimentale. Ero certo di questa cosa. Alle 11 avevo finito di scrivere dieci pagine, in tre settimane ho scritto la bozza. Non mi era mai capitata una cosa del genere e mi sono chiesto se questo fosse normale. A me scrivere stanca tantissimo, mi rompe i coglioni».
Perchè allora scrive?
«L'istinto di scrittura non è direttamente proporzionato alla fatica, scrivere è conoscenza del mondo, ti piace, ma dopo diventa devastante. Uno non fa lo scrittore, lo è . Scrivi nonostante la fatica».
Cosa ha significato il fatto di esserti liberato?
«Per me è stato liberarsi da strutture morali verso le persone che ti conosco, significa rompere anche degli argini con la propria famiglia perchè ti leggono come sei, completamente nudo. È una cosa potente».
E' stato un ragazzino timido, scrivere questo libro è stato un modo per sconfiggere questa timidezza?
«Si, in un certo modo si. Nel protagonista, Libero, ci sono la timidezza, la gradualità, la lentezza il suo stupore. Ho capito che essere stato timido da ragazzo mi è ri-tornato da adulto, ho capito che quel tipo di timidezza serviva  a qualcosa perchè il timido osserva il mondo, guarda. Dopo ti rendi conti che è un sacrificio funzionale, che ha un senso».
Cosa sono per lei gli atti osceni, una parola che sconfina tra linguaggio giuridico e sessuale?
«Scelgo il significato di mezzo. Il titolo sembra molto furbo, ma è venuto prima del libro. È ontologico. Gioca sul fatto che avvengono in luogo privato e non pubblico. Parlo dal punto di vista di un vergine tardivo che vede qualsiasi cosa come oscenità».
I protagonisti dei suoi libri sono sempre i ragazzini. Come mai?
È una scelta narrativa ed esistenziale. Mi piace lo scavallamento tra adultità e infanzia, mi interessa molto, forse perchè per me è stata una fase della vita dolorosa. Sono rinato crescendo, più divento adulto più sono felice. Sono un ragazzo che fa l'adulto, è un ossimoro in un momento in cui gli adulti fanno i ragazzi. Mi piace guardare i ragazzi per quello che possono diventare da adulti e gli adulti per quello che erano da ragazzi».

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