Raffaele Gordini, presidente Confcooperative: «Gli scandali rallentano l’Alleanza, ma si farà»

Bassa Romagna | 03 Maggio 2015 Blog Settesere
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«Gli scandali hanno rallentato il processo di unione delle tre centrali, ma non l’hanno fermato. Il movimento cooperativo risponderà con forza e fermezza. E anche la legalità sarà al centro della Festa della Cooperazione». Così Raffaele Gordini, presidente Confcooperative Ravenna, presenta il tradizionale appuntamento di Bagnacavallo che si terrà dal 30 aprile (inaugurazione alle 18, messa e processione alle 19.30 alla piazzetta di via Roma) al 4 maggio (il programma QUI).
Questo appuntamento è un momento di ritrovo atteso dai cooperatori e dalla comunità. Perché?
«Siamo giunti alla 38ª edizione: un grande traguardo. Dal 1977 ad oggi questa festa rappresenta un sentimento che accomuna dipendenti e lavoratori autonomi aderenti per lo più alla cooperazione agricola. E’ anche un’occasione di solidarietà con iniziative benefiche a favore di associazioni che operano sul territorio».
L’appuntamento clou sarà il Primo maggio (messa alle 10, poi benedizione e pranzo). Cosa significa festeggiare in questa data la cooperazione?
«E’ una vetrina che ha una doppia valenza. E’ l’occasione per esporre i prodotti delle nostre cooperative, dei servizi che ci sono in questo centro cooperativo, della coop. Rosa e Fiori che è un unicum nel suo genere, ma ci saranno anche la cantina sociale, il negozio di vendita diretta, la cooperativa sociale Il Mulino che ha ruolo cruciale nella comunità, ecc. L’altra valenza è riproporre con forza i valori della cooperazione perché sono ancora e più che mai attuali».
A questo proposito, come si reagisce agli scandali che hanno coinvolto il mondo della cooperazione?
«Non ci sentiamo minimamente toccati da questi eventi: se in un cesto c’è una mela marcia va tolta per non far marcire tutto il cesto. Non possiamo buttare via un’esperienza che ha valenza economica e sociale trasversale a tanti lavoratori. Non c’è spazio per queste cooperative, devono uscire dal movimento e rientreranno se dimostreranno di non aver fatto nulla. La forma d’uscita può essere anche una sospensione, ma la risposta va data in maniera ferma».
L’Alleanza delle cooperative italiane quanto dista dall’unione? Gli scandali sembrano aver rallentato il processo.
«Sicuramente l’hanno rallentato. In Confcooperative in tanti eravamo e siamo molto convinti, altri poco e altri ancora scettici. Noi ci crediamo ancora, ma dobbiamo rallentare per non rompere i cocci. Le commissioni nazionali stanno comunque lavorando per costruire la nuova associazione individuando governance e principi nei vari territori, visto che a livello nazionale il processo è già avanti».
Nell’ultimo congresso lei ha sottolineato con forza come si debba andare verso una dimensione romagnola dell’associazione. A che punto siete?
«Siamo abbastanza avanti, ma è un percorso lungo e delicato perché veniamo da esperienze e sensibilità diverse. Stiamo lavorando ad uno statuto che vada a stabilire in modo preciso il governo di Confcooperative Romagna, salvaguardando le espressioni territoriali e i suoi presidi».
I tempi quali sono?
«Fra gennaio e febbraio 2016 vorremmo fare il congresso plenario delle cooperative di Confcooperative Romagna che ne decreterà la nascita ufficiale».
Come hanno superato il 2014 le cooperative aderenti a Confcooperative?
«Nonostante sia stato un anno tremendo, in attesa delle chiusure dei bilanci in questi giorni, possiamo dire che a livello di sistema abbiamo retto con solo poche piccole criticità».
E come hanno iniziato il 2015?
«L’avvio del 2015 sta arrancando con le stesse difficoltà del 2014, ma delle situazioni di precarietà non ce ne sono». (c.f.)
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