Fusione Coop Adriatica, Estense e Nordest parla Mascherini: «Coop Reno resterà indipendente e integrata»
«Come Coop Reno vediamo in modo molto favorevole la fusione tra Coop Adriatica, Estense e Nordest perché è una svolta epocale per la grande distribuzione organizzata e non solo per le cooperative di consumo. Detto ciò, consideriamo la nostra attività complementare e mi sento di escludere fusioni con la nuova realtà». E’ deciso Andrea Mascherini, presidente del consiglio di gestione (la coop. di consumo che in provincia di Ravenna ha supermercati a Bagnara e Riolo Terme ha un sistema dualistico), nel vedere con favore l’aggregazione che farà nascere la «supercoop» (la più grande del Paese) da 2,6 milioni di soci, 4,2 miliardi di fatturato, 334 punti vendita di cui 45 ipermercati, 19.700 dipendenti al netto delle società controllate e partecipate, ma allo stesso tempo a non essere interessato a fusioni.
«Si tratta di una risposta positiva e strategica alla situazione generale di calo dei consumi - continua il numero uno del consiglio di gestione -. E’ una soluzione societaria efficace ed efficiente per i soci e per il ruolo di Coop nella società. Insomma si tratta di un’opportunità di crescita per tutto il sistema cooperativo».
Detto ciò, «riaffermiamo la nostra volontà di avere un percorso parallelo e integrato con la nuova realtà - spiega Mascherini -. Come business infatti riaffermiamo il ruolo della Coop nei supermercati di medie dimensioni e nei piccoli Comuni. Siamo convinti che col nostro contributo stiamo rafforzando il sistema nel territorio: è questo il nostro ruolo».
Nonostante le piccole dimensioni rispetto alle «sorelle», Coop Reno ha chiuso il 2014 «con un bilancio positivo della gestione caratteristica nonostante sentiamo anche noi, come tutti, la contrazione dei consumi - analizza il presidente -, tanto da chiuderla con un leggero utile di 350mila euro che sale, con le gestioni extra caratteristiche, ad un utile netto di 1,2-1,3 milioni che conferma la bontà del nostro progetto».
I numeri di Coop Reno sono chiari: 39 punti vendita (di cui 27 nel bolognese e 2 nel ravennate), un fatturato che supera i 160 milioni di euro, 90mila soci di cui 5.300 stranieri e con un’età media che si sta abbassando (sono quasi 19mila quelli nella fascia 40-49 anni), 754 dipendenti di cui 601 donne, 75% vendite a soci e oltre 1.000 iniziative sociali su 50 Comuni con oltre 200 soci volontari «con un gruppo presente in ogni punto vendita e quasi tutti i casi in crescita e in radicamento - sottolinea Mascherini -. Il nostro ruolo sociale passa anche attraverso il servizio a piccole comunità e alla risposta occupazionale in luoghi collinari dove negli ultimi anni molte fabbriche hanno chiuso. Nel ravennate abbiamo portato la cooperazione di consumo in due comuni in cui non era presente: abbiamo fatto un po’ di fatica all’inizio, ma in tre anni abbiamo 2.500 soci. E’ un territorio interessante capace di dare risposte positive».
Nel 2015 Coop Reno prevede investimenti. «Apriremo il nostro 40° supermercato a Pieve di Cento a settembre - conclude il presidente -, continuando la politica vincente di questi anni che ci ha visto sempre investire in nuove strutture o nella ristrutturazione di altre acquisite».
Christian Fossi
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