Santandrea, Legacoop Romagna: «Nuova cultura e più servizi per le donne che lavorano»

Ravenna | 08 Marzo 2015 Blog Settesere
santandrea-legacoop-romagna-nuova-cultura-e-pi-servizi-per-le-donne-che-lavorano
 
 
E’ presto per cantar vittoria, ma la speranza è che i dati economici nazionali di inizio anno siano solo la partenza di una ripresa per imprese e famiglie. E’ prudente Ruenza Santandrea, presidente di Cevico e Legacoop Romagna, protagonista anche a Expo 2015, la grande vetrina che potrebbe trasmettere una nuova immagine del nostro Paese.
Davanti agli indicatori economi nazionali di inizio anno è finalmente compreso il segno positivo. E’ prematuro parlare di ripresa?
«Se guardiamo ai consumi o all’andamento dei diversi settori economici, non ci sono ancora effetti tangibili. Qualche timido segnale arriva dalle compravendite nel settore immobiliare, uno dei più colpiti in questi anni, ma è presto per parlare di ripresa. Spero, tuttavia, che questi indicatori siano la spia, un segnale di una inversione di tendenza»
Gli stessi indicatori nazionali ci danno un’occupazione in lieve crescita. Ma se analizziamo il fenomeno della disoccupazione, possiamo notare come a pagare di più siano i giovani, a partire dalle donne. Cosa servirebbe, secondo lei, per cambiare marcia?
«La ripresa economica. Non può essere diversamente, le due cose sono strettamente correlate. Senza crescita non ci sono nuove assunzioni e la legge Fornero, con l’innalzamento dell’età pensionabile, ha rallentato l’avvicendamento dei lavoratori. Il Governo ha promesso di metter mano alla normativa. Occorre intervenire celermente sulla norma e tornare a crescere. In alternativa, corriamo il rischio di perdere un’intera generazione».
Il suo è un osservatorio privilegiato. A suo parere, che ruolo hanno conquistato le donne nelle aziende?
«La questione dei ruoli è complessa e non può essere liquidata facilmente. Concorrono più fattori e, non possiamo nascondercelo, alcune responsabilità sono addebitabili alle stesse donne. E la prevaricazione all’interno dell’azienda non è semplice maschilismo: si tratta di un fenomeno più sottile. I ruoli in azienda, come in famiglia, scontano un retaggio culturale che viene dal passato, coinvolge gli uomini e anche le donne, ed è tutt’altro che superato. Poi vi sono le motivazioni economiche e la mancanza dei servizi a sostegno di chi è madre e lavora. Ho incontrato ragazze molto preparate che, per seguire la maternità e non dover far fronte alle spese dell’asilo, ad esempio, hanno interrotto importanti percorsi lavorativi. Un peccato per la singola persona e una perdita per la stessa economia».      
C’è qualche episodio, qualche atteggiamento dei colleghi maschi che la infastidisce come donna e dirigente?
«Quando vengono utilizzati attributi maschili per sottolineare la tenacia o le capacità di una donna. Quando vengono utilizzate espressioni come ‘quella donna ha le p…..’. Questo mi offende, soprattutto se pensiamo che laddove vi sono donne nei consigli di amministrazione, migliorano le performance delle aziende. Lo dicono i numeri, a partire dall’indagine condotta sulle prime cento società americane quotate. Conoscono meglio i prodotti che, nella maggior parte dei casi, vengono acquistati da donne. Ed evidentemente sono in grado di impostare il giusto metodo di lavoro e gestire le dinamiche aziendali».
Sotto questo aspetto, se confrontiamo politica ed economia, possiamo sostenere che la seconda corra più veloce della prima…  
«Nelle aziende, prima di farne una questione di genere, viene privilegiata la capacità. In una politica di nominati, invece, per colmare il distacco si ricorre alle ‘quote rosa’, termine che detesto. Occorre superare le preclusioni e i retaggi per fare spazio alla concorrenza e alla capacità».
Il 2015 è l’anno dell’Expo. Chiuse le saracinesche di questa grande vetrina, cosa avrà guadagnato l’economia italiana? 
«L’Expo è una grande vetrina che attirerà numerosissimi stranieri. Se la manifestazione non avrà immediati riscontri commerciali, potrà avere effetti importanti e positivi per il futuro. Faccio parte del comitato dei saggi che ha gestito l’allestimento del padiglione dedicato al vino italiano. Abbiamo lavorato per trasmettere un’immagine dell’Italia come Paese della cultura, dei monumenti, del paesaggio e del turismo: dovremmo essere, per questi aspetti, la prima economia del Mondo, ma fino ad oggi non siamo stati in grado di valorizzarli. Questa è l’immagine che vogliamo trasmettere con l’Expo e che vogliamo sia percepita nel mondo. Da questo arriveranno nuovi impulsi per l’economia». (Samuele Staffa)

Compila questo modulo per scrivere un commento
Nome:
Commento:
Settesere Community
Abbonati on-line
al settimanale Setteserequi!

SCOPRI COME
Scarica la nostra App!
Scarica la nostra APP
Follow Us
Facebook
Instagram
Youtube
Appuntamenti
Buon Appetito
Progetto intimo
FuoriClasse
Centenari
Mappamondo
Lab 25
Fata Storia
Blog Settesere
Logo Settesere
Facebook  Twitter   Youtube
Redazione di Faenza

Via Severoli, 16 A
Tel. +39 0546/20535
E-mail: direttore@settesere.it
Privacy & Cookie Policy - Preferenze Cookie
Redazione di Ravenna

via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it

Pubblicità

Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna
Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it

Credits TITANKA! Spa
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90).
Contributi incassati

settesere it n7986-santandrea-legacoop-romagna-nuova-cultura-e-piu-servizi-per-le-donne-che-lavorano 005
Licenza contenuti Tutti i contenuti del sito sono disponibili in licenza Creative Commons Attribuzione