Costantino Ricci, Cgil: «Jobs Act depotenzia lo statuto dei lavoratori»
«Giudichiamo il Jobs Act in maniera negativa innanzitutto perché si depotenzia lo statuto dei lavoratori, soprattutto per i neo assunti per i quali non esisterà più il reintegro per motivi economici, sarà difficile quello disciplinare e rimarrà solo quello discriminatorio, altrimenti non saremmo più un Paese civile. Lo statuto riequilibrava il rapporto impresa-lavoratore, oggi questa garanzia è più debole. Inoltre non si cancellano nella misura in cui speravamo i contratti atipici perché sono sparite solo alcune forme di precariato: job sharing, cocopro e l’associazione in partecipazione agli utili. Siamo critici sul demansionamento per il quale non è vero che si mantiene la stessa retribuzione, visto che spariscono le indennità di mansione. I voucher fino a 7mila euro includono quasi tutta la stagionalità del nostro mare e il tempo determinato non è cambiato. Siamo preoccupati per gli appalti: chi subentra può assumere i vecchi lavoratori con il contratto a tutele crescenti, quindi diminuendone i diritti. Per partita iva, vaucher o altri il contratto a tutele crescenti può essere una condizione migliorativa, ma bisogna guardare il contesto del mercato del lavoro e i costi che esso comporta. Piace alle imprese che per i primi tre anni avranno un’importante defiscalizzazione. Entro il 2015 proporremo al Governo un nuovo statuto dei lavoratori. Infine è grave non aver minimamente ascoltato la voce delle organizzazioni sindacali». (c.f.)