“Dal punto di vista artistico è una cosa molto armoniosa”, nonostante i suoi quasi ottant’anni Sassi ha subito riconosciuto l’interesse che può suscitare la tecnica del 3D, chiedendo di poter cuocere e smaltare le opere che sono state realizzate nei giorni del festival da Wasp con il maestro inglese Jonathan Keep. Assieme a Keep, il gruppo Wasp è andato a trovare Sassi nel suo laboratorio, una splendida chiesa sconsacrata nel centro di Faenza. Quando Jonathan ha chiesto a Sassi come potesse realizzare opere tanto grandi a mano senza che crepassero o collassassero, la risposta del maestro è stata immediata: “Io sono la ceramica”. Ora in casa Wasp stanno aspettando che si concluda il processo di essiccazione per vedere e mostrare il risultato della mano di un grande maestro sulle loro stampe.
Per Wasp, il gruppo di Massa Lombarda composto da esperti artigiani e giovani neo laureati, sono stati molto importanti i contribuiti e i consigli dei maestri ceramisti presenti al festival. “Ci hanno enormemente arricchiti e aiutati, abbiamo avuto l’occasione di confrontarci con veri e propri guru della ceramica che conoscono migliaia di argille”.
Tra i consigli che sono arrivati c’era anche l’uso della chamot, una componente che si aggiunge solitamente ad alcuni impasti per renderli più magri, rendendo però impossibile la tornitura a mano. L’estrusione della chamot, perfetta per le stampanti 3D, ha consentito di realizzare dei pezzi dello spessore di 2 mm alti fino a 70 cm. “Abbiamo ragione di pensare che siano i pezzi più grandi al mondo in argilla prodotti con una stampante 3D” commenta Massimo Moretti di Wasp, che con Keep in piazza del Popolo ha lavorato fianco a fianco per giorni nella piena sintonia di due sensibilità affini e di un impegno profondo condiviso.