"Jihadisti a Ravenna? Lo escludiamo" assicurano dalla moschea cittadina

Ravenna | 30 Agosto 2014 Cronaca
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«Jihadisti a Ravenna? Non esageriamo, noi siamo un centro integrato col territorio, escludo che ci siano stati anche solo contatti con l’Isis da parte di qualcuno che frequenta la nostra moschea». Ahmed Basel, membro del direttivo che coordina le attività della grande moschea di Ravenna ed ex presidente del Centro, raffredda ogni allarme suscitato dalle notizie di stampa nazionale di inizio settimana. Ravenna infatti compariva nell’elenco delle città citate dal ministero dell’Interno e riportante dal Corriere della Sera come basi dove sarebbero cresciuti decine di attivisti dell’Isis.
Gli individui legati al Califfo Abu Bakr al-Baghdadi partiti per combattere in Siria o in Iraq, oppure rientrati in Italia con intenzioni tutt’altro che pacifiche, «richiedono una vigilanza altissima» aveva sottolineato domenica 24 il ministro degli Interni Angelino Alfano.
«Hanno tra i 18 e i 25 anni e sono per lo più maschi. Sono in tutto una cinquantina e sono pronti a partite dall’Italia per combattere in Siria e in Iraq la guerra santa degli jhadisti». E' questo l'allarme lanciato dei Servizi Segreti a proposito del reclutamento di giovanissimi musulmani italiani, i cosiddetti «foreign fighters», da parte del terrorismo dell'Isis, che usa il web per convertire e poi arruolare. La gran parte, almeno l’80%, sono italiani che hanno sposato la religione islamica all’Islam da poco e in modo molto rapido. Molti sono stati reclutati al Nord: la zona di Brescia, assieme alle città di Torino e Milano è in fermento. Ma anche Ravenna e Bologna, l’area di Padova, la Valcamonica, oltre a Napoli e Roma.
A Ravenna da un anno è attiva la seconda più grande moschea d’Italia dopo quella di Roma. Il direttivo del Centro è composto da 11 persone, di diverse nazionalità: italiana, marocchina, senegalese, bangladese, algerina, tunisina, albanese, macedone.  Dai vertici arriva la secca smentita. «Noi non abbiamo nessuna informazione, abbiamo appreso tutto dai giornali nazionali – sottolinea l’ex presidente Basel -. Non ci sono stati controlli o identificazioni, non è successo nulla al momento per farci anche solo insospettire. Da noi d’altra parte non è partita nessuna segnalazione verso il Ministero, siamo curiosi di capire come Ravenna sia finita in quell’elenco. Dal 1995 infatti esiste la moschea in città, per oltre 15 anni abbiamo avuto uno spazio più piccolo, ma noi non abbiamo mai avuto problemi di sicurezza con le forze dell’ordine. Il nostro centro sta funzionando meglio del passato, vogliamo essere più integrati con i cittadini del territorio. Siamo contenti della nostra struttura, in visita alla moschea sono venuti in tanti, scuole, università, associazioni culturali» conclude il consigliere. (m.p.)
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