Una mostra al Pala De Andrè indaga ritratti e paesaggi di grandi artisti del secolo scorso

Secolo denso di arte e di cambiamenti il Novecento: dalle forme sperimentali del cubismo e del futurismo, passando per il ritorno all'ordine del movimento omonimo passando per astrattismo, metafisica, informale, arte concettuale, arte povera, dada. Testimonianze di un secolo ambiguo, caratterizzato da grandi scoperte, progressi scientifici, economici, sociali, ma anche da tragici eventi come le due guerre mondiali. Ad andare a spiare i cambiamenti più intimi e riservati del secolo è la mostra «Atmosfere del Novecento volti e paesaggi», a cura di Silvana Costa, che inaugura al Pala De Andrè venerdì 29 agosto alle 19, all'interno della Grande Festa provinciale del Pd.
Sarà così possibile ammirare circa 60 dipinti, una decina di scultura e 30 disegni realizzati tra gli anni '20 e gli anni Settanta da Balla, Cagli, Campigli, Carena, Carrà, Casorati, Clerici, De Chirico, De Grada, De Pisis, Fazzini, Guidi, Guttuso, Maccari, Martini, Mirko, Rosai, Savinio, Sciltian, Severini, Sironi, Soffici, Tosi, Vedova, Vespignani. Per un totale di cento opere.
Spiega Costa: «Le opere che abbiamo raccolto sono molto particolari, sottolineano il rapporto intimistico di questi artisti con il proprio lavoro, legato ad un vissuto quotidiano. Il quadro di Guidi è l'emblema di questa mostra: non c'è nulla di eclatante, aggressivo, ma un ritratto sereno di una giovane donna. Le opere sono state scelte in base alla loro qualità: un percorso attraverso paesaggi e volti per cogliere l’abilità pittorica e descrittiva di questi autori dello scorso secolo, per conoscere l’identità di certe opere, la morbidezza di certi segni, che pur rifacendosi ai movimenti pittorici del Novecento, sono soprattutto frutto del vissuto e della personalità dell’artista, della sua ricerca intimista».
Un percorso articolato che espone i paesaggi di Giacomo Balla degli anni Cinquanta, la carrellata di ritratti di Corrado Cagli degli anni Quaranta e Sessanta, accanto a opere di Massimo Campigli e Felice Carena mentre di Carlo Carrà sono in mostra i paesaggi realizzati negli anni Trenta e Cinquanta. E ancora Felice Casorati, Claudio Clerici e Giorgio De Chirico esplorato attraverso quadri di notevole intensità e simbologie per lui ricorrenti degli anni ’50 oltre a un disegno del ’29. In mostra anche un nucleo di opere di Filippo De Pisis degli anni Trenta e Quaranta, un piccolo ciclo che si conclude con un olio su tela del 1950. Intensi e intimisti i paesaggi di Raffaele De Grada e i disegni di Pericle Fazzini. Un corpus numeroso di opere indagano l’opera di Virgilio Guidi accanto a quella di Ottone Rosai. Di questi in mostra magnifici paesaggi, ritratti, nature morte. Accanto i ritratti realizzati negli anni Cinquanta da Renato Guttuso e Mino Maccari, disegni e sculture di Arturo Martini tra cui i Ferri realizzati negli anni Cinquanta. Poi Mirko, Savinio, Gregorio Sciltian, Severini, i paesaggi di Ardengo Soffici e Arturo Tosi, Emilio Vedova con un  ritratto per campiture larghe e Renzo Vespignani. Inoltre i disegni e gli inchiostri di Mario Sironi, una decina di opere dal 1914 agli anni Cinquanta.
 
La mostra sarà visibile fino al 15 settembre, tutti i giorni dalle 19.30 alle 23.30