Primo semestre 2014, imprese ancora in calo, ma aumentano quelle straniere

25 Agosto 2014 Economia
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Al 30 giugno del 2014 sono 40.927 le imprese iscritte al Registro delle Imprese di Ravenna.
Negli ultimi dodici mesi sono state registrate 2.326 iscrizioni e 2.493 cessazioni (al netto di quelle d’ufficio), il che si traduce in un saldo negativo di 167 imprese pari ad un tasso di crescita su base annua del -0,41%.
Sono dati che tracciano un quadro in netto miglioramento rispetto al passato, considerando che a dicembre scorso il tasso era del -0,92%. Ciò nonostante il territorio ravennate continua ad essere interessato da una riduzione del numero di imprese di intensità superiore a quella osservata sia in ambito regionale (-0,28%) che in ambito nazionale, dove addirittura, nell’ultimo anno, si è registrata una crescita (+0,50%).
Nel periodo aprile-giugno 2014, il saldo tra iscrizioni e cessazioni, al netto delle cessazioni di ufficio, è risultato di 186 unità. Si tratta di un dato positivo ma si deve considerare che il secondo trimestre dell’anno mostra sempre un prevalere delle iscrizioni sulle cessazioni. Rispetto al secondo trimestre del 2013 il saldo è in miglioramento (era 163 lo scorso anno), grazie alla decisa frenata delle cessazioni, passate da 484 a 352, in un contesto nel quale, tuttavia, anche le iscrizioni hanno subito un rallentamento portandosi da 647 a 538.
E’ evidente come lo scenario economico ancora incerto induca a comportamenti prudenti nella decisione di avviare un'attività imprenditoriale; a deprimere ulteriormente la dinamica delle iscrizioni, inoltre, si aggiungono gli effetti di un mercato del credito ancora bloccato. Allo stesso tempo, però, l’emorragia di imprese, che aveva caratterizzato la provincia negli ultimi due anni, sembra essersi arrestata e le cessazioni sono tornate sui livelli del 2010/2011.
L’analisi per forma giuridica, settore di attività e territorio evidenzia tendenze già viste.
Prosegue la progressiva diminuzione del peso delle imprese individuali e di alcuni tipi di società di persone (società in nome collettivo) a favore di forme organizzative e giuridiche più strutturate – in particolare società di capitali – che offrono maggiori garanzie di tutela del patrimonio personale del socio/imprenditore in caso di default.
Il settore di attività che continua a subire la flessione più importante, sia in termini assoluti che relativi, è quello dell’agricoltura (-3,8%), ma si registrano ancora contrazioni nel settore del trasporto (-2,9%), del credito e assicurazioni (-2,6%), delle costruzioni (-1,7%) e dell’industria (-1,2%). Stabile il settore dei servizi all’impresa (-0,2%), mentre in leggera espansione risultano i settori del commercio (+0,5%), dell’alloggio e ristorazione (+1,0%) e degli altri servizi (+1,1%).
Nella distribuzione territoriale i dati degli ultimi dodici mesi rilevano una miglior tenuta del comprensorio ravennate caratterizzato da una maggiore presenza di attività terziarie, commerciali e turistiche. All’opposto il comprensorio lughese è risultato penalizzato dall’andamento delle costruzioni e dall’artigianato. In posizione intermedia il comprensorio faentino.
Considerando alcune specifiche tipologie di impresa – artigiane, straniere, femminili e giovanili – si riscontrano andamenti disomogenei con poste in attivo per le imprese straniere e in negativo per tutte le altre tipologie.
Rispetto alla media generale l’arretramento del comparto dell’artigianato è risultato più pesante. Tra giugno 2014 e giugno del 2013 le imprese artigiane sono diminuite di 198 unità, pari al -1,8%, portandosi a quota 11.072. Come è stato più volte evidenziato sono le imprese di minore dimensione e con forme giuridiche più semplici a subire le conseguenze peggiori della crisi; inoltre l’artigianato è particolarmente concentrato in settori, quali costruzioni, trasporti e manifatturiero, interessati da un generale ridimensionamento.
Positivo il saldo delle imprese con titolare straniero o a maggioranza dei soci straniera: +218 unità, pari al +5,6%. La percentuale di imprese straniere è in crescita continua, ed ha raggiunto il 10% del totale, seguendo in parallelo l’espansione della componente straniera della popolazione residente. Le attività in cui si registra il saldo positivo più rilevante di imprese straniere rispetto ad un anno fa sono quelle del commercio di auto (+61), lavori edili vari (+27), bar (+21) e commercio ambulante (+16).
La flessione per le imprese femminili, -438 unità (-5,1%), è apparsa più ampia di quella osservata per il totale delle imprese, ma è prevalentemente riconducibile, più cha alla chiusura vera e propria di attività, alla riduzione della quota di partecipazione di donne nella proprietà e nel controllo di molte società di persone. Il numero e la quota di imprese femminili si riducono in tutti i settori di attività fatto salvo il settore del turismo e quello dei servizi alla persona che mostrano saldi positivi soprattutto nelle attività di ristorazione e a in quelle legate alla cura della persona (istituti di bellezza e parrucchiere).
Il numero delle imprese giovanili ha subito una flessione di 135 unità pari al -4,4%. Considerando che il saldo tra nuove iscrizioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi mostra un attivo di oltre 300 unità, la causa della diminuzione è il superamento della soglia dei 35 anni da parte di molti soci e titolari. Si registra tuttavia un forte calo delle iscrizioni di nuove imprese giovanili nell’ultimo trimestre.
Venendo, infine, ai fallimenti nel corso del secondo trimestre del 2014, in provincia di Ravenna sono state aperte 21 procedure 12 delle quali hanno riguardato imprese nel settore delle costruzioni. Dall’inizio dell’anno sono 29, 6 in meno rispetto al primo semestre del 2013. Considerando gli ultimi dodici mesi i fallimenti sono stati 58 pari ad un incidenza del 1,4‰ (1,4 fallimenti all’anno ogni 1000 imprese) rimasta sostanzialmente stabile rispetto al 2012 (1,3‰) e al 2013 (1,5‰) e al di sotto della media regionale e nazionale (entrambe 2,3‰).
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